C’era una grandissima attesa attorno all’Assemblea generale dell’ONU che si è tenuta nella giornata di oggi in quel di New York e nel corso della quale il presidente ucraina Volodymyr Zelensky aveva promesso che avrebbe presentato il suo più volte annunciato piano per la pace con la Russia: su terra ucraina – infatti – il conflitto imperversa ormai da quasi tre anni ininterrotti e nonostante gli sforzi fatti ad oggi da numerosi leader mondiali non si è riusciti ad arrivare neppure ad una qualche tregua di pochi giorni.
Il piano di Zelensky avrebbe dovuto rappresentare la svolta perché – così disse – avrebbe affrontato sia i prossimi passi da compiere tra partner (includendo ovviamente gli stati occidentali che hanno contribuito alla causa ucraina), sia l’effettivo percorso per raggiungere la tregua: una sorta di controproposta a quella già presentata diversi mesi fa da Putin, ma che di contro non sembra aver trovato alcun tipo di appoggio internazionale; né da parte degli Stati Uniti pronti ad accogliere qualsiasi richiesta di Zelensky, né – e verrebbe da dire tanto meno – dalla Russia putiniana che è intenzionata ad andare fino in fondo.
Gli USA chiudono alla pace di Zelensky, ma concedono 8 mld di aiuti: scoppia l’ira nucleare del Cremlino
Per ora non ci ancora dato sapere cosa contenga effettivamente il piano per la pace proposto da Zelensky agli USA, ma è certo – e a dircelo sono diverse fonti citate dal Wall Street Journal – che la proposta non è stata particolarmente apprezzata dall’entourage di Biden che l’avrebbe trovata carente di una visione “strategica globale”, oltre che interamente incentrata “solo sulla fornitura di armi e munizioni” e sulla sempre verde (almeno per il presidente ucraino) richiesta di concedere l’uso delle armi occidentali sul territorio russo.
D’altra parte, però, parrebbe che Zelensky sia riuscito quanto meno ad ottenere qualcosa come 8 miliardi di dollari di forniture ed aiuti economici da parte degli States, che pur guardandosi dal concedere l’uso delle loro armi in Russia non hanno escluso completamente l’ipotesi, scatenando (quasi ovviamente) la reazione del Cremlino che ha ricordato come qualsiasi “aggressione [che] crea una minaccia critica” potrebbe incappare nella durissima reazione russa che potrebbe anche includere l’uso “di armi nucleari“, ai sensi della “dottrina atomica” russa.