Volodymyr Zelensky ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo El Mundo, dove delinea il quadro della guerra che sta martoriando l’Ucraina. “I rischi più grandi li corrono i nostri soldati al fronte. Ogni secondo. Ci sono sempre bombe. È molto difficile dormire e sopravvivere. Ci sono stato diverse volte e so cosa succede. Dio dia loro la forza per andare avanti e tornare a casa – ha dichiarato il presidente ucraino – Per quanto riguarda il pericolo personale, fa parte della mia vita e mi ci sono abituato. Ci sono molte persone al mio fianco che vivono la stessa situazione. È una scelta consapevole quella che abbiamo fatto. Sono orgoglioso del compito che mi attende e ci convivo. E ti dirò che Putin ora è più in pericolo di me. Ci sono più persone che vogliono ucciderlo”.
Volodymyr Zelensky dichiara che in questa guerra “ogni chilometro avanzato costa vite umane. Il risultato che desideriamo ottenere è la liberazione del nostro territorio, salvando però la nostra gente. Se i campi sono minati non possiamo mandare a morire i nostri soldati. Nella vita reale, purtroppo, il prezzo è molto alto e le vite dei nostri militari sono molto preziose. Le persone non sono una risorsa, come lo sono per la Russia, ma il nostro più grande tesoro”. A oggi il presidente dell’Ucraina afferma che “non posso dire quanti eroi abbiamo perso e quanti feriti abbiamo. Per quanto riguarda i civili non possiamo mentire, perché non sappiamo quante persone sono morte nei territori occupati dalla Russia. Non sappiamo se le informazioni che danno sono vere. Fino alla fine della guerra non sapremo cos’è successo. Quante persone sono sepolte a Mariupol? Mi dispiace usare queste parole, ma è un dato di fatto: non sappiamo quanti sono i morti di Mariupol né quelli del Donbass. In tutti i luoghi occupati dalla Russia, noi siamo ciechi”.
Guerra in Ucraina, Zelensky: “Wagner? Torneranno all’attacco oppure…”
Volodymyr Zelensky commenta anche il “fenomeno Wagner, terrorista tanto quanto l’esercito russo”, il cui gruppo “più numeroso della brigata era nell’Ucraina orientale e usava i prigionieri negli attacchi. Erano forti perché non avevano altra via d’uscita che attaccare. Non avevano altra scelta, avanzare o cadere, non potevano fermarsi o ritirarsi perché i loro stessi compagni avrebbero sparato contro di loro”. Zelensky afferma di sapere che “stanno andando in Bielorussia e che possono creare problemi. Se vogliano tornare all’attacco o formare gruppi di sabotaggio per agire sui confini polacchi, questo lo sapremo presto”.
In merito al ruolo degli alleati dell’Ucraina e dell’invio di forniture di armi, Zelensky al quotidiano El Mundo dichiara duramente che “l’aiuto non è sufficiente” in quanto “se oggi avessimo l’artiglieria che abbiamo richiesto, e che i nostri alleati possiedono nella quantità richiesta, le cose sul campo procederebbero molto più velocemente. Se avessimo ricevuto i moderni aerei da combattimento che abbiamo chiesto, i russi non avrebbero la supremazia nei cieli e saremmo in grado di proteggere il nostro popolo”. Tuttavia, “non posso non essere grato per quanto ci hanno già fornito. Questo ci aiuta a sopravvivere”. E sdrammatizza: “qualche primo ministro mi ha detto che dovrei essere il loro ministro della Difesa, perché so meglio di loro che tipo di armi tengono nei loro arsenali”.