Zdenek Zeman torna a parlare di doping. Il tecnico boemo si è lasciato andare ad alcune riflessioni durante la presentazione del libro “La bellezza non ha prezzo“, scritto con Andrea Di Caro. Le sue frasi sul tema stravolsero il mondo del calcio, tra farmacie e pallone malato, che il 26 luglio prossimo compiranno un quarto di secolo. «Sì, vero, ma non è cambiato niente», ha detto in una libreria alla periferia di Roma sabato mattina, come riportato da Repubblica. Per Zeman nulla è cambiato da quando parlò: il calcio italiano non è uscito dalle farmacie.



«Non lo frequento più come un tempo, ma no, non credo proprio». Ora però in molti affrontano la questione: da Dino Baggio, intervenuto dopo la morte di Gianluca Vialli, a Brambati, passando per Di Gennaro e Raducioiu. «Doping, integratori, medicine, muscoli. Io provai a smuovere qualcosa, a cambiare il sistema, allora. E loro dov’erano? Perché non hanno parlato venticinque anni fa?», ha dichiarato Zdenek Zeman.



ZDENEK ZEMAN “MI DIEDERO DEL TERRORISTA”

Le parole di Zdenek Zeman tradiscono un po’ di amarezza visto che la sua voce all’epoca era isolata. «Non l’hanno fatto perché erano parte di quel sistema, perché in quel sistema vivevano e guadagnavano bene. Allora non gli conveniva e sono stati tutti zitti». Invece lui nel 1998 ha parlato e lo ha fatto anche con toni forti, ma soprattutto con l’obiettivo di «provare a riparare il calcio stando all’interno di quel mondo, mi sarebbe piaciuto provare ad aggiustare qualcosa perché era ormai diventato un business e sempre meno un gioco». Per lui non andò affatto bene: «Mi diedero del terrorista, del pazzo. Mi dispiace che quel messaggio non sia stato recepito. Servì solo a far muovere appena le acque, ci furono inchieste, tutto finì in una bolla di sapone». Peraltro, le cose da allora non sono cambiate: «La situazione non è migliorata. E ora stiamo peggiorando». Dalle farmacie agli uffici finanziari, con la Juventus nel mirino. «Spero serva a qualcosa. Ma si farà pulizia solo se ci sarà lo sforzo di tutti. Se lo sforzo sarà di pochi, sarà molto difficile».

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