COSA STA SUCCEDENDO NELLA DESTRA IN FRANCIA E PERCHÈ MACRON NON PUÒ COMUNQUE FESTEGGIARE
Non solo Repubblicani, anche per il partito di Eric Zemmour sono ore e giorni molto convulsi con l’uscita di scena della nipote (Marion Maréchal) della assoluta vincitrice delle ultime Elezioni Europee 2024: prosegue il grande caos in Francia per il campo di destra che si troverà a sfidare tra pochi giorni il blocco repubblicano “auspicato” da Emmanuel Macron dopo aver sciolto l’Assemblea Nazionale, conseguenza diretta del pessimi risultati delle Europee 2024. La convocazione di Elezioni Legislative 2024 il 30 giugno prossimo dovrebbe portare Marine Le Pen – o meglio, il candidato Premier di Rassemblement National Jordan Bardella – alla guida del Governo, con però Macron ancorato all’Eliseo senza alcuna intenzione di dimettersi prima delle Presidenziali 2027.
Mentre però il centrosinistra prova a riorganizzarsi per limitare le grosse perdite che avrà nel prossimo Parlamento francese – e dunque senza che Macron con Attal possano “festeggiare” alcunché con un’imminente nuova sconfitta elettorale in arrivo – il campo di destra è tutt’altro che “compatto”: l’appello di RN per un’unità decisa contro Macron ha trovato sponde interessanti tanto nei Repubblicani quanto in Reconquête, con però effetti deflagranti nel giro di pochissime ore. Ultimo in ordine cronologico è il clamoroso addio (sebbene “chiacchierato” da mesi) di Marion Maréchal dal partito di Zemmour. La giovane politica francese non è un nome “casuale”, è la nipote di Marine Le Pen che abbandonò l’RN prima delle Presidenziali 2022 per candidarsi con Zemmour nell’allora gruppo in grande crescita nei sondaggi “Reconquête”. Ebbene, nelle ultime ore si è consumato un altro terremoto politico in seno alla destra francese: l’accordo tra RN e Reconquête era praticamente già concluso, mancava solo l’annuncio quando – spiegano fonti dalla Francia – Bardella avrebbe detto alla capo delegazione che il rientro di Marion sarebbe stato accettato senza problemi, ma Zemmour non era più visto come “gradito” dai vertici del Rassemblement National.
DOPO I REPUBBLICANI ANCHE RECONQUETE SI INCENDIA IN FRANCIA: MARION TORNA CON LA ZIA MARINE LE PEN, IRA DI ZEMMOUR
La svolta più conservatrice e moderata di Marine Le Pen e Bardella degli ultimi anni di costante crescita dei consensi in Francia avrebbe convinto l’RN a non avallare un accordo programmatico con Reconquête, o meglio l’intesa sarebbe pronta e senza problemi se fosse Marion Maréchal alla guida e non più il controverso Zemmour. «Marion Maréchal, con Guillaume Peltier e Nicolas Bay (eurodeputato appena eletto nel gruppo ECR assieme a Fratelli d’Italia, ndr) è esclusa da Reconquête — ha spiegato in serata Zemmour —. Marion torna nel suo clan famigliare. Mi ha tradito, sono disgustato e ferito. È il record del mondo del tradimento».
Non l’ha presa benissimo insomma il leader della minoranza di destra in Francia, sebbene più “sgonfio” nei sondaggi rispetto a soli due anni fa: il tradimento di Maréchal, ancora da ufficializzare, avrebbe fatto naufragare l’accordo su cui Zemmour in realtà conta molto in vista dei prossimi anni quando vi sono le basi per avere un Marine Le Pen all’Eliseo e Jordan Bardella a Palazzo Matignon. «Marion Maréchal ha cercato di ottenere un accordo tra i partiti con RN. Accordo che io desideravo ardentemente, ma che Marion, senza consultarmi un solo momento, non è riuscita ad ottenere, con mio grande rammarico», ha poi aggiunto ancora Zemmour raccontando ai media il suo disappunto per il naufragare dell’accordo elettorale. Stamane poi la decisione ufficiale con il leader di Reconquête che a BFM TV ha confermato l’espulsione di Marion Maréchal: «E’ lei che si è autoesclusa dal partito – ha concluso Zemmour – sono disgustato e ferito. La gente non è per forza interessata dalla vita interna dei partiti politici». Nel frattempo prosegue la tragicommedia interna ai gollisti, con il presidente sfiduciato Eric Ciotti che non demorde e resta ancorato nella sede dei Repubblicani a Parigi: nelle prossime ore la lista LR ha convocato una nuova riunione dell’ufficio politico per convalidare l’espulsione di chi, appena due giorni prima, aveva stretto un accordo con Marine Le Pen per presentare un fronte comune della destra francese contro Macron alle prossime Elezioni. Lo stesso Ciotti comunque ha ribadito ancora oggi di essere il presidente legittimo dei Repubblicani, con tanto di denuncia alla magistratura contro i documenti approvati dall’ufficio politico di LR.