Cosa non funziona nelle politiche che si stanno mettendo in atto per ridurre l’inquinamento? Se l’obiettivo è quello di arrivare ad emissioni zero nel giro di pochi anni, sono ancora tanti i passi da fare. In base infatti alle ultime stime le emissioni sarebbero infatti perfino aumentate nel 2023. Come riporta infatti il Corriere della Sera, il Global Carbon Project, che riunisce oltre 90 università ed istituti di ricerca, ha fornito i dati precisi della scienza: nel 2023 il totale ha raggiunto i 40,9 miliardi di tonnellate (GtCO2).



Solo quelle del trasporto aereo, come conferma Pierre Friedlingstein, climatologo dell’Università di Exeter, sono cresciute del 28,2% in un anno, anche se l’’inquinatore principe’ resta il carbone, con il suo 41% delle emissioni globali. L’esperto ha anche spiegato che per abbassare il riscaldamento globale, stretta conseguenza dell’inquinamento, occorrerà arrivare a emissioni zero entro un periodo di tempo piuttosto ristretto, calcolabile in 16 anni.



I MAGGIORI RESPONSABILI DELL’INQUINAMENTO NEL MONDO MINANO L’OBIETTIVO EMISSIONI ZERO

Friedlingstein ha anche individuato i principali responsabili dell’inquinamento nel mondo: “Europa, Usa, Cina e India rappresentano il 60% delle emissioni. In Unione Europea stanno diminuendo del 7%, in Usa del 3-4%. In Cina crescono ma è ancora una reazione al periodo di stop pandemico e speriamo che presto inizieranno a declinare. In India, le emissioni stanno crescendo molto, l’8% quest’anno e probabilmente continueranno ad aumentare del 4-5% annuo finché non raggiungeranno il picco, tra un po’ di tempo.Il resto del pianeta invece sembrerebbe inquinare decisamente meno, parlando di solo il 30% delle emissioni globali.



L’esperto ha ribadito poi un concetto già noto: puntare ovunque sulle rinnovabili e sul nucleare. E ha anche aggiunto: “Serve un cocktail di strategie. Le emissioni in Francia sono molto basse grazie al processo di elettrificazione reso possibile dal nucleare. Ma non è l’unica soluzione, è non è applicabile in tutti i Paesi“. Le varie nazioni dovranno quindi essere in grado di adottare la strategia più adatta al proprio ‘backgronud’, purchè riesca ad abbassare fino ad annullare le emissioni di Co2.