“Il debito dell’Italia è sostenibile”: lo afferma Jeromin Zettelmeyer, direttore di Bruegel, think tank di Bruxelles. All’Ecofin informale di Stoccolma, parlando di stabilizzazione finanziaria e conti pubblici sostenibili a lungo termine, ha parlato anche del Patto di Stabilità della Commissione Ue, come riporta il Corriere della Sera: “Ci sono differenze importanti tra le proposte legislative e le idee presentate lo scorso novembre. Per i Paesi con disavanzi superiori al 3%, esiste un ritmo minimo di riduzione del disavanzo dello 0,5% del Pil all’anno. Entro la fine del periodo di pianificazione, il rapporto debito/Pil deve essere inferiore a quello che era all’inizio del periodo. È molto più duro della proposta di novembre. Questi cambiamenti sono una grande concessione alla Germania”.
Berlino chiede parametri fissi, ma secondo l’esperto per l’Italia non sarebbe un problema: “La proposta della Commissione non mi sembra molto diversa da quello che vogliono i tedeschi, ovvero che il debito diminuisca dell’1% all’anno per i Paesi altamente indebitati. Per l’Italia non farebbe alcuna differenza, perché il debito sta già diminuendo e le proiezioni prevedono che continuerà a diminuire. Ci sono altri Paesi che hanno disavanzi molto elevati e che, secondo le proiezioni, continueranno ad aumentare per un po’ di tempo, come Francia e Belgio. Sono questi i Paesi che avrebbero grandi difficoltà con la proposta tedesca”.
Zettelmeyer: “Le previsioni di primavera sono positive”
Secondo Jeromin Zettelmeyer, direttore di Bruegel, la misura adatta è il “Pnrr che negli ultimi due anni ha dato una grande spinta agli investimenti e alle riforme, finanziato per lo più attraverso sovvenzioni e, in una certa misura, prestiti relativamente a basso costo forniti dalla Commissione. E allo stesso tempo bisogna ridurre gli stimoli introdotti con il Covid e approfittare della ripresa economica per effettuare un aggiustamento fiscale che ridurrebbe il deficit e aumenterebbe l’avanzo primario nel medio termine fino a raggiungere qualcosa come il 2% del Pil, in quest’ordine. È necessaria una riduzione molto significativa del deficit nei prossimi anni, ma può essere graduale, all’inizio è di 0,5 punti all’anno. C’è poi il problema della velocità di riduzione del debito nel medio termine. Ma le previsioni di primavera del Fmi sono più positive, rispetto ad ottobre, sulla riduzione di deficit e debito italiani”.
Conciliare il taglio del debito e gli investimenti, secondo Zettelmeyer, è la soluzione per l’Italia, come spiegato dal Corriere della Sera: “Il Pnrr che negli ultimi due anni ha dato una grande spinta agli investimenti e alle riforme, finanziato per lo più attraverso sovvenzioni e, in una certa misura, prestiti relativamente a basso costo forniti dalla Commissione. E allo stesso tempo bisogna ridurre gli stimoli introdotti con il Covid e approfittare della ripresa economica per effettuare un aggiustamento fiscale che ridurrebbe il deficit e aumenterebbe l’avanzo primario nel medio termine fino a raggiungere qualcosa come il 2% del Pil, in quest’ordine. È necessaria una riduzione molto significativa del deficit nei prossimi anni, ma può essere graduale, all’inizio è di 0,5 punti all’anno. C’è poi il problema della velocità di riduzione del debito nel medio termine. Ma le previsioni di primavera del Fmi sono più positive, rispetto ad ottobre, sulla riduzione di deficit e debito italiani”.