La blogger cinese Zhang Zhan rischia la morte in carcere. A denunciarlo è Amnesty International, che ha riacceso i riflettori sulla sua storia. Nel febbraio 2020, all’inizio della pandemia Covid, l’attivista, giornalista cinese ed ex avvocato, si recò a Wuhan, primo focolaio del coronavirus, per documentare ciò che stava accadendo. In quell’occasione pubblicò sui social messaggi in cui denunciava gli arresti di giornalisti indipendenti e le pressioni esercitate dalle autorità alle famiglie dei malati Covid. Pochi mesi dopo era sparita nel nulla, ora si viene a sapere che rischia di morire in carcere.



Qualche tempo dopo la scomparsa, infatti, si è saputo che la 38enne è stata prima presa in custodia dalle autorità cinesi, poi è stata rinchiusa in carcere a Shanghai, dove è stata condannata. Ma Amnesty parla di un processo farsa, visto che è stata condannata per «aver litigato e causato guai». In galera Zhang Zhan ha protestato contro la sua detenzione. Ad esempio, nel giugno 2020 ha cominciato uno sciopero della fame.



IL FRATELLO “NON CREDO CHE VIVRà A LUNGO”

Amnesty International racconta che a dicembre Zhang Zhan era così debole che ha dovuto prender parte al suo processo su una sedia a rotelle. Le autorità precedentemente l’avevano alimentata forzatamente tenendola legata per giorni interi affinché non riuscisse a togliersi il sondino. Inoltre, «è stata tenuta in catene e con le mani legate 24 ore al giorno per più di tre mesi come punizione per il suo sciopero della fame». Le sue condizioni si sono aggravate il 31 luglio di quest’anno a causa della grave malnutrizione. Dopo un periodo in ospedale, è tornata in carcere, dove sta continuando il suo parziale sciopero della fame.



Ma l’organizzazione riferisce che le sue condizioni di salute stanno peggiorando «ad un ritmo drammatico». Quindi, Zhang Zhan «rischia di morire se non viene rilasciata urgentemente per ricevere cure mediche». Qualche giorno fa il fratello Zhang Ju aveva pubblicato un tweet: «Non credo che vivrà molto a lungo. Se non riuscirà a superare il prossimo inverno, spero che il mondo la ricorderà com’era una volta».