Si è scatenata una guerra legale per l’affidamento di Eitan Biran, il bambino di cinque anni sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, di cui lui è l’unico superstite. Nella strage, oltre ad altri turisti, hanno perso la vita anche la mamma, il papà, il fratellino e i bisnonni. Il bimbo ha trascorso un lungo periodo in un letto di ospedale, per poi essere trasferito presso la zia paterna, di nome Aya. La donna è residente in Italia, a Pavia, ed è madre di bambini che hanno all’incirca la stessa età di Eitan. Va da sé, dunque, che la sorella del padre del piccolo abbia avviato la procedura necessaria a richiedere l’affidamento del ragazzino.
Tuttavia, in seguito a questa decisione, si è registrata la reazione del nonno materno, come sottolinea il quotidiano “Il Tempo”: in particolare, non è stata raggiunta un’intesa tra parenti e, di conseguenza, la diatriba è sfociata in una causa che sarà discussa a settembre e che vede opposti zia Aya e il nonno di Eitan, residente in Israele. Il bambino è seguito dal tribunale dei minori di Torino da medici e psicologi professionisti sin dal giorno del suo risveglio. I tentativi di conoscere la sua volontà sono stati eseguiti, ma il bimbo ha, comprensibilmente, fornito sempre la medesima risposta: “Voglio stare con mamma e papà”.
EITAN BIRAN, LOTTA PER L’AFFIDAMENTO DEL PICCOLO
Avrà sviluppi giudiziari, dunque, la tenzone familiare che stabilirà con quale ramo della famiglia Eitan Biran, scampato alla morte nel dramma della funivia del Mottarone, dovrà crescere e diventare adulto. Un verdetto ormai inevitabile e che forse non fa bene davvero a nessuna delle parti in causa, ancor meno al piccolo, che in questo momento ha in testa solo i suoi genitori e il suo fratellino, persi da pochissimo tempo nella maniera più inaccettabile e meno razionale possibile.
Intanto, a proposito di quanto verificatosi a maggio, si segnala che Giuseppe Marra, togato di Autonomia&Indipendenza al Csm, ha rilevato che con la Riforma Cartabia “alcuni procedimenti come quello sul crollo del Ponte Morandi o sulla tragedia della funivia del Mottarone potrebbero cadere nell’improcedibilità”.