Nicola Zingaretti e Virginia Raggi risultano indagati dalla Corte dei Conti per danno erariale in merito al caso dell’ex palazzo della Provincia di Roma: la notizia emersa nel weekend vede un’ulteriore problematica per il Governatore della Regione Lazio e la sindaca della Capitale, al netto delle difficoltà politiche nei rispettivi partiti d’origine, pur alleati al Governo. Sono quasi 90 milioni di euro ad essere stati sprecati, secondo la Corte dei Conti, in un affare fallimentare: come riporta il Messaggero, è stata scavata una voragine nei bilanci della ex Provincia di Roma con l’acquisto del palazzo da 32 piani che sarebbe dovuta essere la nuova sede della Città Metropolitana. Quell’area tra l’altra è edificata sopra i terreni di proprietà di Luca Parnasi, l’imprenditore a processo per associazione a delinquere e corruzione per lo Stadio della Roma. Secondo quanto riportato dalla Corte dei Conti, sia Regione Lazio che Campidoglio vedono ora giungere richieste di danni complessive da appunto 90 miliardi di euro.
ZINGARETTI E RAGGI NEL MIRINO DELLA CORTE DEI CONTI
Negli ultimi giorni sono emersi anche i vari nomi (sono 37 in tutto) dei politici, amministratori e tecnici che si sono succeduti nel dossier legato all’acquisto del palazzo ex Provincia di Roma: nella lista degli inviti a dedurre, di fatto l’indagine con avviso di garanzia finale, oltre alla sindaca M5s e al Segretario Pd anche i consiglieri Maria Agnese Catini, Giuliano Pacetti, capogruppo M5S, Paolo Ferrara, ex capogruppo, ma anche la consigliera comunale Maria Teresa Zotta, la parlamentare del Pd Patrizia Prestipino, l’europarlamentare dem Massimiliano Smeriglio, all’ex capo di Gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro. Stando alla ricostruzione fatta dal viceprocucatore della Corte, Massimo Lasalvia, ognuno dei 37 indagati avrebbe una parte di responsabilità «chi ha proposto e chi ha votato l’acquisto della nuova sede, chi ha continuato negli anni a deliberare atti per cercare di ripianare la voragine finanziari», riporta il Messaggero su fonti della Corte dei Conti. La presidenza della Regione ha comprato «mediante locazione con opzione d’ acquisto» una delle torri edificate dal Parnasi malgrado i Vigili del fuoco l’ avessero dichiarata inagibile: un enorme buco nell’acqua, con 263 milioni di euro spesi per il palazzo romano dove però i beni – secondo la Corte dei Conti – si sono svalutati «di oltre 24 milioni e la metà di questi, per un valore di almeno 29 milioni, è rimasta invenduta», aggiunge il reportage di Libero Quotidiano a firma Alessandro Giuli.