Per Nicola Zingaretti non è da escludere un nuovo lockdown totale in Italia, nel caso in cui i contagi, le vittime e i ricoveri, dovessero aumentare ai livelli di marzo e aprile. Il leader del Partito Democratico, governatore della regione Lazio, non ha utilizzato troppi giri di parole ed ha confessato: «Non escludo nulla – le sue parole intervenendo al convegno “L’Italia riparte” a Bologna, parole riportate dall’edizione online de La Stampa – se non rispettiamo le regole finiamo lì», citando l’esempio di Israele ma anche quello di altri paesi che sono stati costretti alle chiusure. «E’ importante – ha aggiunto – non affollare le metropoli di eventi di massa che possono creare focolai, dobbiamo salvaguardare innanzitutto le scuole e le università». Parole che si sposano alla perfezione con la forte opposizione dello stesso Zingaretti ad aumentare la capienza degli stadi fino al 25% dei posti a sedere, cosa richiesta da numerose Regioni ma bocciata con parere contrario dal Cts.
ZINGARETTI: “DOBBIAMO TENERE BASSI I LIVELLI DI CONTAGI”
Per Zingaretti, «possiamo riuscirci se intorno alle scuole capiamo che è importante tenere bassi i livelli di contagi. La scuola va tutelata evitando nuovi focolai soprattutto nei centri urbani. Aspettiamo la validazione dello Spallanzani e poi nel Lazio sperimenteremo il test salivare nelle scuole». E ancora: «Io non ho mai pensato che il problema di un uomo sia cadere, ma come ci si rialza. Noi ci possiamo rialzare, io di questo sono convinto, e anche su questo daremo una lezione al mondo». Parlando del Recovery Fund il segretario Dem è convinto che «sia la madre di tutte le prove» aggiungendo che ad oggi «il sistema Italia è più stabile». E in merito ai risultati delle elezioni regionali e comunali del 20 e 21 settembre scorsi, Zingaretti è sicuro che il governo sia ora più stabile: «Penso che si possa dire la parola fine ai trabocchetti contro il Pd o il Governo questo non dipende da me e non lo direi, perché in questo Paese viviamo di chiacchiericcio e trabocchetti. Non c’è dubbio che il quadro politico si è rafforzato. Anche le opposizioni cambieranno: la stagione dei picconi è finita. E’ iniziata la stagione della ricostruzione».