«Serve un patto con le aziende di Stato per investire i miliardi della ricostruzione»: il titolo dell’intervista odierna di Nicola Zingaretti a La Repubblica è già di per sé programmatico e contiene il consiglio-indicazione al Governo giallorosso dei prossimi step da attuare una volta ricevuti gli aiuti europei del Recovery Fund ieri “promessi” dalla Commissione Europea (dei 750 miliardi totali, 172,7 andrebbero all’Italia). Secondo il segretario Pd e Governatore del Lazio il Governo finora ha gestito «bene la risposta alla paura del coronavirus, con scelte chiare e coraggiose che altre democrazie hanno fatto solo in parte o in ritardo, pagando costi immensi».
Eppure, secondo Zingaretti, ora serve un deciso cambio di passo: «La nuova fase richiede una capacità di progettare il futuro e quindi una comune visione sull’idea di Paese. Se gli italiani non percepiscono questo sforzo, la fiducia delle persone non ripartirà». Il n.1 del Pd parla delle politiche espansive che ora saranno permesse grazie ai meno vincoli scelti dall’UE e sottolinea «Il Recovery Fund apre una stagione di potenti investimenti e dimostra quanto le nostre ragioni fossero più credibili di quelle dei nazional-populisti. L’Europa sta ritrovando la sua visione accanto ai bisogni delle persone. Queste risorse non vanno distribuite a caso, come il formaggio sulla pasta, ma con una strategia chiara».
LA RICETTA DI ZINGARETTI SUL RECOVERY FUND IN 5 PUNTI
Il piano programmatico di Zingaretti per questa “ripresa espansiva” viene espresso in 5 punti direttamente ribaditi dallo stesso Governatore dem del Lazio: «Glielo dico in cinque punti. Sfida digitale. Scelte energetiche. Centralità dell’università e della ricerca. Riforma dello Stato e lotta alla burocrazia. Protagonismo dell’Europa». Non solo, Zingaretti con la sua “ricetta” – che si aggiunge al progetto di “Stato azionista” anche nelle imprese private, espresso ieri dal Ministro Gualtieri – lancia un messaggio al Governo: «Chiedo al governo di convocare presto tutte le aziende a controllo pubblico, i colossi mondiali come Eni, Enel, Leonardo, Ferrovie, Snam e Terna».
Per il segretario del Pd occorre dare una missione-Paese ai grandi attori che gestiscono centinaia di miliardi di euro di investimenti e va fatto ora che vi sono le disponibilità concesse dall’Europa (in realtà occorre ancora attendere per il Recovery Fund, l’accordo tra i Paesi è tutt’altro che scontato). «Ora dobbiamo aprire una fase storica nella quale il modello di sviluppo parta dalla sostenibilità ambientale e sociale: green economy e lotta alle disuguaglianze», conclude Zingaretti a Rep non prima di sottolineare come queste risorse che arriveranno dall’Ue «non vanno distribuite a caso, ma con una strategia chiara basata sui cinque punti».