Secondo Nicola Zingaretti se il Pd un anno fa non avesse deciso (dopo mesi a ribadire che non sarebbero mai stati col M5s) di entrare nel Governo formando il Conte-bis «l’Italia oggi sarebbe come il Brasile di Bolsonaro»: in una lunga lettera a La Stampa, il Segretario del Partito Democratico rivendica la scelta dell’alleanza con 5Stelle e LeU nei giorni “caldi” del dialogo continuato con gli alleati di Governo dopo il voto su Rosseau che ha aperto ufficialmente il Movimento anche alle alleanze locali. «La scelta di formare questo governo da parte del Pd è stata lungimirante, ora tanti tifosi di allora fischiettano, ma io la difendo. Anche se non vanno nascoste le difficoltà, le contraddizioni e anche i prezzi che noi abbiamo dovuto pagare in nome della salvezza della Repubblica», scrive Zingaretti ribadendo come senza questo governo «non avremmo potuto fronteggiare la pandemia: Salvini l’avrebbe gestita come Trump o Bolsonaro». Per il n.1 del Pd, attaccando ancora la Lega e il Centrodestra a guida sovranista, il rapporto conflittuale con l’Europa «da parte dei populisti illiberali non avrebbe permesso di ottenere per l’Italia gli straordinari risultati, in termini di risorse e anche politici circa l’orientamento generale della commissione che ha rotto con le politiche di austerità e si è aperta alla cooperazione, al rischio comune, alla solidarietà».



LE RIFORME DEL PD

Per Zingaretti il Pd è l’unico partito in Italia che «risolve i problemi in un’ottica riformatrice e realistica. Quando ci si chiede cos’è il Pd io rispondo semplicemente: il Pd è la garanzia ed è il motore affinché le cose cambino in meglio»: dall’autopromozione dei Dem fino alla sfida che ora attende proprio nel dialogo con il M5s, «Va costruita una nuova sanità, per la quale il Mes è una linea di finanziamento molto più vantaggiosa rispetto alla ricerca di risorse sul mercato. Ed è senza condizioni. Ogni giorno sprecato è imperdonabile». Dai fondi europei attuali a quelli in arrivo, posto il Recovery Plan ancora tutto da costruire: per Zingaretti si sta lavorando «per avere già a settembre un quadro delle scelte che si intende compiere per un nuovo sviluppo qualitativamente più alto e avanzato». Il piano riforme idealizzato dal Partito Democratico prevede, secondo Zingaretti «innovazione, ricerca, scuola, capitale umano, valorizzazione dei nostri talenti, green economy, digitalizzazione del Paese e drastico ammodernamento della pubblica amministrazione». Chiosa da segnalare sul tema scuola, con il Governatore del Lazio che conclude «Sarebbe intollerabile dopo mesi di lockdown far perdere anche solo un’ulteriore ora di lezione, nell’incertezza o con una apertura a singhiozzo interrotta quasi subito da una nuova pausa del lavoro scolastico dovuta alle elezioni regionali e referendarie del 20 settembre». Stilettata lanciata infine da Zingaretti al Premier Conte laddove «È stato un errore non ascoltare il Pd quando ha proposto di collocare i seggi elettorali in luoghi specifici per non pesare ulteriormente sul ciclo delle elezioni».



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