Matteo Renzi non sembra avere tempo (e voglia) per replicare alle parole di Nicola Zingaretti. Dopo aver disertato l’Assemblea Nazionale del Pd, l’ex segretario ha deciso di non rispondere al governatore del Lazio, che dal palco è sembrato indirizzare diverse frecciate al suo predecessore, come quando ha detto di non volere un Partito Democratico che fa del protagonismo del leader il suo modello di riferimento. Parole a cui Renzi non sembra essere interessato, ritenendole forse meno affascinanti di quelle pronunciate dalla stella dei Mondiali di calcio appena conclusi, Megan Rapinoe, di cui ha pubblicato su Instagram un video:”Lei è Megan Rapinoe, capitano e goleador della squadra americana, campione del mondo di calcio 2019. Le sue posizioni sono spesso “strong”, ma quello che dice in questo “discorso della vittoria” è bellissimo. E non parla solo al mondo del calcio. Prendetevi due minuti per ascoltarla, vale la pena”. Ecco il discorso che ha convinto Renzi a preferire Megan Rapinoe a Nicola Zingaretti… (agg. di Dario D’Angelo)
ASSEMBLEA PD, RENZI ASSENTE CONVITATO DI PIETRA
Il grande assente all’Assemblea nazionale del Pd che vede Nicola Zingaretti invocare una “rivoluzione” per il Partito Democratico, ma non all’insegna del “protagonismo” di uno sul “modello Salvini” è Matteo Renzi, che assume però il ruolo di convitato di pietra visti i riferimenti impliciti del segretario. La sensazione è che il governatore del Lazio si riferisca anche all’ex premier quando dipinge il quadro di “un partito che è un arcipelago di luoghi in cui si esercita in modo disordinato la sovranità”. Gli stessi renziani sembrano smarcarsi ad esempio su una delle proposte del tandem Zingaretti-Gentiloni, secondo cui bisognerebbe cambiare anche lo Statuto per affermare che il segretario del partito non dev’essere necessariamente il candidato premier. Lorenzo Guerini, vice durante la segreteria Renzi, come riportato da “La Repubblica”, già ieri all’incontro di Milano di Renzi aveva puntualizzato:”Riteniamo sbagliato per il partito la separazione dei ruoli ma se si dovesse andare in quella direzione lo Statuto dovrà prevedere comunque lo strumento delle primarie per indicare il candidato premier”. Quasi un voler lasciare aperta per Renzi la strada di Palazzo Chigi…(agg. di Dario D’Angelo)
ASSEMBLEA PD, ZINGARETTI INVOCA LA “RIVOLUZIONE”
Tenta la svolta Nicola Zingaretti, segretario del Pd nella sua relazione all’assemblea nazionale del Partito Democratico. Nel dare appuntamento ad una convention che dovrà celebrarsi tra l’8 e il 10 novembre a Bologna, il leader democratico sembra riservare una stoccata a Matteo Renzi, che ieri da Milano ha rilanciato i suoi comitati civici:”Dico no al modello Salvini: il comando assoluto di una persona è la premessa della sua solitudine e della sua sconfitta: credo a un partito che sopravviva ai suoi leader. Serve un partito radicalmente nuovo, una comunità organizzata”. Zingaretti invoca una “rivoluzione”: “Sul partito dobbiamo cambiare tutto: così non si può andare avanti, basta arcipelago dove si esercita il potere, con un regime correntizio che soffoca tutto. Ci sono realtà territoriali feudalizzate che si collocano da una parte o dall’altra, con un leader o un altro a prescindere dalle idee. Serve una rivoluzione o non ce la facciamo”.
ZINGARETTI: “M5S STANNO PERDENDO L’ANIMA”
Secondo Nicola Zingaretti per il Pd è necessaria una riforma del partito “perché lo strumento che abbiamo non è più utile a svolgere la sua funzione. Non ce ne siamo occupati perché c’erano le elezioni ma sul partito dobbiamo cambiare tutto perché tutti sappiamo che cosi non si va più avanti”, dice. Il governatore del Lazio afferma:”Dobbiamo avere fiducia, nulla è prestabilito. Abbiamo fatto un primo passo, ma ora vogliamo fare la storia. Il Pd è l’unica alternativa credibile a questa deriva italiana”. Un passaggio è riservato anche al MoVimento 5 Stelle:”I 5 stelle stanno perdendo l’anima, sono diventati una amara stampella che sorregge un progetto che non è il loro”. Poi l’annuncio di una “nuova piattaforma online pronta per settembre”, con la sperimentazione di “nuovi livelli di organizzazione territoriale, di ‘punti Pd’, registrati in una nuova piattaforma”.