Alle 16 Zingaretti tornerà a parlare nella Direzione Pd e potrebbe essere l’occasione per smentire in prima persone le voci che si sommano in queste ore sulle possibili dimissioni nelle prossime settimane da Segretario Dem: intanto è il capogruppo alla Camera Graziano Delrio a correggere il “tiro” dei retroscena emersi, ospite a Rai Radio 1 «Se è vero che Nicola Zingaretti vuole dimettersi alla prossima assemblea Pd di marzo? No, ci ho parlato un’ora fa e mi ha detto di no, che non è vero». La notizia è che ne si parli e di certo le turbolenze in senso al Partito Democratico non si sono placate dopo l’ultimo “caso” della difesa di Barbara D’Urso.
«Mi piace quando la gente dice quello che pensa, se Nicola lo pensava ha fatto bene, non verrà certo giudicato per questo ma per il suo lavoro», lo difende ancora Delrio che però non smentisce il discorso con Zingaretti sul suo potenziale passo indietro «A me ha detto che non è vera questa cosa, che stiamo semplicemente discutendo perché siamo in una fase nuova». Scontro invece a distanza con Matteo Salvini, questa volta in merito alle chiusure di Pasqua giudicate dal leader della Lega «poco rispettose per gli italiani e i commercianti»: su Facebook, in attesa della relazione in Direzione Pd (diretta video streaming qui, ndr) il segretario replica «Vedo che, sulla pandemia, Salvini purtroppo continua a sbagliare e rischia di portare fuori strada l’Italia. Prima sono state le mascherine, che erano inutili, ora, cavalcando la stanchezza di tutti, si attaccano le regole per la Pasqua. Quello che è irrispettoso per gli italiani e gli imprenditori è mettere a rischio le loro vite e prolungare all’infinito la pandemia e quindi la possibilità di avere la ripresa economica. Buon senso e coerenza è avere una linea indicata dal Governo e rispettarla».
ZINGARETTI VICINO ALLE DIMISSIONI?
Da almeno 48 ore circola una voce tra Parlamento e Largo del Nazareno: Nicola Zingaretti potrebbe presentarsi da dimissionario al prossimo pre-Congresso del Pd previsto per il 13-14 marzo (l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico). Subito stamane, dopo i diversi retroscena usciti su diversi quotidiani, la replica netta dello stesso Nazareno che bolla come «cazz*te» le ricostruzioni fatte sulle possibili dimissioni da segretario Pd dell’attuale Governatore della Regione Lazio.
Ma è un fatto che da tempo ormai le dinamiche interne delle correnti Dem pongono e molto in discussione il proprio stesso leader: dall’ostinato tentativo di far partire il Conte-ter all’accettazione della Lega nel nuovo esecutivo Draghi, dalla mancata scelta di Ministre donne nella nuova squadra di Governo (con tanto di polemica pregressa con Concita De Gregorio sulla propria mancanza di autorità e leadership) fino all’ultima “gaffe” ieri con il tweet in difesa di Barbara D’Urso. L’orizzonte di Zingaretti in casa dem s fa dunque sempre più tinto da far pensare a dimissioni anticipate nell’Assemblea Nazionale: dietro, le posizioni delle singole correnti scalpitano, con la figura di Stefano Bonaccini che si erge sulle altre come potenziale leader dei Democratici per il prossimo futuro.
TUTTE LE TRAME AL NAZARENO
Secondo il Fatto Quotidiano lo stesso Ministro della Cultura Dario Franceschini starebbe tentando di convincere Zingaretti a “mollare” in Assemblea e presentarsi come traghettatore fino al Congresso Pd in autunno 2021: «gli sarebbe piaciuto entrare nel governo Draghi, ma ha dovuto rinunciare per evitare l’ingresso di Matteo Salvini. Sta valutando di candidarsi a sindaco di Roma, se – come pare sempre più probabile – le Amministrative dovessero essere spostate a ottobre . L’amarezza è latente da mesi, ma è andata crescendo nelle ultime settimane. Fa “il notaio degli accordi di corrente”, dice con disappunto anche chi gli sta vicino». Pesa la subalternità alla figura di Giuseppe Conte, l’incapacità di tenere assieme le correnti e la poca consistenza di quell’Intergruppo di Centrosinistra in Parlamento ancora non decollato. In alternativa a Bonaccini, potrebbe esservi un ticket “anomalo” tra il Governatore della Puglia Michele Emiliano e la segretaria del Pd toscano, Simona Bonafè: la stessa che ieri ha escluso di candidare nel seggio di Siena per le suppletive in quota dem l’ex Premier Giuseppe Conte.