«Io me ne ero accorto dal 17-18 agosto che c’era qualcosa di molto diverso rispetto all’ondata precedente». A parlare è Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario del Partito Democratico. Lo ha fatto a “Live Non è la D’Urso”, spiegando che lui già in estate si è accorto che l’Italia stava andando incontro ad una nuova fase dell’epidemia, peccato che nessuno fosse sicuro dell’arrivo della seconda ondata, tanto che non ci si è preparati tempestivamente per il suo arrivo con le conseguenze che sono sotto i nostri occhi. «C’erano più positivi asintomatici. Tornavano dalle vacanze tante persone che stavano bene ma risultavano positive. Da lì c’è stato un aumento incredibile dei tamponi. Iniziare da metà agosto col tracciamento un po’ è servito, ma non bisogna abbassare la guardia. Bisogna combattere», ha spiegato il governatore, nonché leader del partito che guida il Paese insieme al MoVimento 5 Stelle.
ZINGARETTI “CORONAVIRUS SCOMPARSO? CRETINATE”
In estate Nicola Zingaretti ha letto i segnali di un’evoluzione dell’epidemia e qual è il problema se ci siamo ritrovati di fronte ad una seconda ondata? Di chi in estate non riteneva che sarebbe arrivata, non di chi l’aveva ipotizzata e non ha fatto nulla per prepararsi. «Noi dobbiamo ammettere che troppe persone nel corso dell’estate hanno detto troppe cretinate: il virus era scomparso, magari che le mascherine erano inutile, che il Covid è un malore, nulla di grave. Invece bisognava tenere alta la guardia», ha dichiarato il governatore della Regione Lazio. Secondo Zingaretti, colui che all’inizio non voleva che l’Italia chiudesse, lui che a febbraio partecipò al “famoso” aperitivo a Milano, quelle “voci” hanno contribuito «forse a far abbassare nei comportamenti individuali quell’attenzione che era necessaria. Il virus non era scomparso e non bisogna avere fastidio delle regole, ma del virus. È questo il nemico. È sbagliato far finta che il problema non esista». Zingaretti ha quindi concluso: «Il messaggio “tanto è finita” è stato sbagliato».