Operazione riuscita alla perfezione per Zlatan Ibrahimovic. Il bomber di casa Milan, fresco di scudetto, si è sottoposto ad intervento chirurgico nella giornata di ieri in Francia, per risolvere un problema al suo ginocchio sinistro malandato. Ibrahimovic dovrà stare fermo ai box per circa 7-8 mesi, tornando quindi in campo solamente nel 2023, ma in ogni caso la superstar svedese del pallone non sembra essersi dato per vinto: “Negli ultimi sei mesi – ha scritto l’attaccante del Milan sui suoi social – ho giocato senza un legamento crociato al ginocchio sinistro. Ginocchio gonfio per sei mesi. Sono riuscito riuscito ad allenarmi con la squadra solo 10 volte negli ultimi sei mesi. Ho fatto più di 20 iniezioni in sei mesi e svuotato il ginocchio una volta a settimana per sei mesi”.
E ancora: “Ho dormito a malapena per sei mesi a causa del dolore, non ho mai sofferto così tanto dentro e fuori dal campo”. Ibrahimovic, da guerriero qual è, ha però deciso di stringere i denti per portare a casa un altro trofeo, ma soprattutto, per permettere ai suoi compagni, molti dei quali giovanissimi e ancora con “zero tituli”, di aggiudicarsi il tricolore: “Ho reso possibile l’impossibile. Nella mia mente avevo un solo obiettivo, rendere i miei compagni di squadra e il mio allenatore campioni d’Italia perché gli avevo fatto una promessa. Oggi ho un nuovo crociato e un altro trofeo”.
ZLATAN IBRAHIMOVIC, QUALE FUTURO?
E sono in molti ora ad interrogarsi su quale possa essere il futuro di Zlatan Ibrahimovic, tenendo conto che lo stesso il prossimo 3 ottobre compirà 41 anni. Secondo La Gazzetta dello Sport non è da escludere un contratto a gettone con il Milan in base a presenze e trofei vinti: “L’ipotesi più probabile – scrive il quotidiano meneghino – è un contratto a gettone con ingaggio legato agli obiettivi personali e di squadra. Prima ipotesi: Zlatan riceverà un compenso per ogni singola partita giocata. Oppure potrà essere fissata una parte fissa simbolica e una parte variabile legata al numero di gol, al raggiungimento di una certa quota di gare giocate, o anche ai traguardi collettivi. Le norme in questo senso permettono ampia flessibilità, l’aspetto determinante è che l’obiettivo sportivo sia misurabile”.