Per Zlatan Ibrahimovic non sono giorni felici, dalla Svezia infatti arriva la notizia che abbia violato il codice etico Fifa e Uefa in quanto co-proprietario del marchio di scommesse sportive Bethard.com, con sede a Malta. Sabato scorso la discussa espulsione di Parma che ha portato l’inevitabile sanzione di una giornata di squalifica che gli farà saltare il Genoa; ecco poi il pranzo (o presunto tale) di domenica scorsa in un ristorante di Milano in piena zona rossa, con forti polemiche legate anche al ruolo di testimonial anti-Covid che molti ritengono a questo punto “inadeguato” per Ibrahimovic, ecco un problema che potrebbe essere ben più serio, perché il tema che arriva dalla Svezia potrebbe portare anche a forti sanzioni disciplinari. L’importante quotidiano di Stoccolma Aftonbladet riporta infatti che Zlatan Ibrahimovic avrebbe violato il codice etico di Fifa e Yefa, dal momento che le due federazioni (mondiale ed europea) del calcio non consentono ai giocatori che partecipano alle loro competizioni di avere interessi finanziari nelle società di scommesse.
ZLATAN IBRAHIMOVIC E BETHARD (SCOMMESSE): COSA POTREBBE RISCHIARE?
Il fatto che Zlatan Ibrahimovic possieda ancora quote della società di scommesse Bethard sarebbe stato confermato al giornale svedese dall’amministratore delegato dell’azienda, Erik Skarp. Da ulteriori verifiche emergerebbe che la società Unknown AB di Ibrahimovic deterrebbe circa il 10% delle azioni di Gameday Group PLC, che a sua volta è l’unico azionista di Bethard. Poiché le regole della Fifa e della Uefa si applicano a tutte le competizioni sotto l’egida delle due confederazioni, nel mirino ci sarebbero sia le gare di qualificazione mondiale a cui ha preso parte recentemente Zlatan Ibrahimovic, fresco di ritorno in Nazionale con la Svezia, sia i match di Europa League giocati col Milan nel corso di questa stagione. Cosa rischierebbe dunque Zlatan Ibrahimovic nel caso fosse confermato l’illecito? Come minimo una multa da parte della Fifa di circa centomila euro, ma si può arrivare fino all’eventuale sospensione da tutte le attività legate al calcio per un massimo di tre anni, il che nel caso di Ibra vorrebbe dire evidentemente una fine ingloriosa della sua carriera.