Si fa largo l’idea di una quarta zona, quella bianca, dove le misure restrittive anti-Covid si faranno un po’ più leggere. L’ipotesi è al vaglio del Consiglio dei ministri che si riunirà stasera alle 21 per definire il Dpcm che dovrà entrare in vigore a partire dal 15 gennaio. Dopo la suddivisione dell’Italia in zone di rischio unificate per tutta la durata delle festività natalizie, tornerà la differenziazione tra le regioni in base al numero di contagi e alla “resilienza” degli ospedali.
A suggerire l’idea di una zona bianca è stato il ministro della Cultura Dario Franceschini, appoggiato dal guardasigilli Alfonso Bonafede. “Si tratta di un ultimo gradino prima del ritorno alla normalità – ha spiegato il ministro – I limiti della zona gialla sono enormi, a cominciare dal coprifuoco. Stiamo pensando a una zona bianca, nella quale si accede sotto un certo indice Rt di trasmissione dei contagi”. Così, mentre l’arrivo del vaccino contro il Covid sta diffondendo un segnale di speranza, il Governo si prepara ad alleggerire le misure di contenimento del contagio. La zona bianca permetterà un ritorno alla quella “semi-normalità” che siamo riusciti ad assaporare durante l’estate scorsa.
La zona bianca: come funzionerà
Nella zona bianca, secondo quanto riferiscono fonti di Governo, torneranno a riaprire i bar, i ristoranti e le palestre, insieme a cinema, teatri e musei. Gli spostamenti saranno liberi e non ci sarà più l’obbligo dell’autocertificazione. Non sarà una zona franca, certo: resteranno l’obbligo della mascherina sia al chiuso che all’aperto (l’estate scorsa, invece, l’imposizione valeva solo per i luoghi interni, e introdurre questa abitudine ha causato non poche polemiche), il divieto di assembramento e l’obbligo di igienizzarsi le mani prima di entrare nei locali pubblici. Con buona probabilità, infine, l’orario del coprifuoco potrebbe essere rinviato di qualche ora. I parametri che permetteranno alle Regioni di entrare nella zona bianca saranno stabiliti dal Comitato tecnico-scientifico. Nessuna notizia certa, se non che si terrà conto dell’indice Rt (è ragionevole supporre dovrà essere al di sotto dello 0,5) e della capacità delle strutture ospedaliere di fare fronte ad un’impennata dei contagi.