La zona rossa non basta più a Michele Emiliano, per questo il presidente della Regione Puglia sta pensando di introdurre la “zona rossa rafforzata” anche alla luce del nuovo monitoraggio Iss-Ministero della Salute. Cos’è e come funziona? Parliamo di una zona rossa con ancor più restrizioni di quelle già previste. Non è prevista dal decreto del Governo Draghi, ma d’altra parte i governatori hanno la facoltà di introdurre misure ancor più restrittive se necessario. Dunque, Emiliano sta valutando quali altri “blocchi” introdurre e non è da escludere che, se dovesse essere davvero introdotta, possa rappresentare un modello per altre Regioni. Quel che non è chiaro è se il discorso sia finito sul tavolo della Cabina di regia.



«Stiamo ragionando sull’ipotesi di stringere ulteriormente le misure rispetto a quelle previste dal Governo nella zona rossa», ha dichiarato il governatore durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Puglia, che proprio per l’emergenza Covid si è svolta online. Nello specifico, si sta ragionando sulla possibilità «di spingere tutte le aziende a lasciare a casa il numero più alto possibile di persone per evitare che si contagino sul luogo di lavoro».



PUGLIA VERSO ZONA ROSSA RAFFORZATA

La prima idea, dunque, del governatore Michele Emiliano per la “zona rossa rafforzata” è di costringere quante più aziende a far lavorare i propri dipendenti a casa. Quindi, si vuole estendere il più possibile lo smart working, laddove si possa ovviamente fare. Deve andare in azienda solo chi non può lavorare da casa: questo, dunque, il concetto di base. «In questi giorni noi siamo in zona rossa, però non stiamo ancora utilizzando tutti fino in fondo per tutte le aziende e per tutte le pubbliche amministrazioni lo smart working», ha osservato Emiliano. Quindi, il principio è di provare ad «abbassare il rischio epidemico utilizzando tecnologie, certo non paragonabili alla presenza, nel pieno di una situazione di grande pericolo come quella che stiamo vivendo in questo momento».



Le Regioni, quindi, devono fare tutto il possibile, anche ricorrere all’uso delle tecnologie che possono salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettivo e al tempo stesso il lavoro. «L’aumento progressivo di contagi che dobbiamo attenderci ancora per un altro paio di settimane rischia di esercitare una pressione intollerabile, soprattutto perché non è possibile estendere all’infinito i posti letto, per mancanza del personale necessario a garantire l’assistenza», ha concluso Emiliano.