Dopo la “smentita” della Procura di Napoli, arriva di contro una conferma questa volta dalla Liguria delle indagini in corso sull’elaborazione e la trasmissione dei dati Covid tra Regione e Ministero della Salute. La Procura di Genova lavora su due ipotesi ufficiali – per ora senza ipotesi di reato: da un lato la possibile trasmissione dei dati dalla Liguria a Roma in ritardo, dall’altra l’acquisizione degli stessi dati con parametri però non corretti. Nel mirino del procuratore aggiunto Francesco Pinto, si indaga il complesso meccanismo di acquisizione e trasmissione dei dati: si cerca di capire quali parametri siano stati usati, quali procedure e soprattutto perché alcuni parametri vengano tramessi come “non valutabili” o sovrastimati in positivo o in negativo. Stando alla Procura di Genova, riporta il Secolo XIX, «potrebbe non esserci un’effettività della situazione rappresentata e se si dovessero riscontrare discrepanze lo scopo dell’indagine è ovviamente capire se ci sia stato un dolo o una colpa». In merito alle inchieste iniziate, il Governatore della Liguria Giovanni Toti fa sapere a “The breakfast club” su Radio Capital «Per quanto ci riguarda, i dati tornano tutti, ma soprattutto per quanto riguarda il ministero, visto che nel report che ci è arrivato ieri, i nostri dati vengono considerati di assoluta affidabilità e alcuni indicatori con un’accuratezza oltre il 90%. Detto ciò, secondo me i dati dovrebbero essere molto più pubblici di quello che sono talvolta. Ben venga anche la Procura». Sempre il Presidente spiega come la politica è esclusa dal meccanismo di valutazione dei dati, dunque non possono essere falsati secondo Toti: «Sono dati raccolti dagli uffici di prevenzione delle nostre Asl, elaborati dall’agenzia sanitaria regionale, incasellati in un complicato meccanismo che ci ha succhiato risorse da marzo per implementare la complicata piattaforma voluta dall’Iss e dal ministero della Sanità. Ci può essere un errore materiale, ma lo escluderei perché, tra un report e l’altro, lo si correggerebbe, mentre escluderei qualsiasi malizia».



DOVE SONO I DATI COVID DELLE REGIONI?

Sia sul quotidiano “Domani” che sul “Mattino” di Napoli stamane l’apertura è dedicata ad una fatidica domanda: che fine hanno fatto i “dati Covid” delle Regioni che servono a stilare il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità? Il report era atteso venerdì, poi slittato nel weekend e infine in arrivo solo nelle prossime ore sul tavolo della cabina di regia convocata dal Governo assieme al Cts per far luce sui prossimi potenziali “cambi di colore” delle Regioni più a rischio. In attesa del nuovo monitoraggio Iss, i due quotidiani nazionali si interrogano su alcuni dati mancanti delle Regioni e sulla linea assai poco “trasparente” di questi ultimi giorni da parte del Governo, che ritarda senza una comunicazione “netta” la presentazione dei nuovi dati che potrebbero comportare nuove zone rosse oltre alle 4 già presenti (Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Calabria). A soli 5 giorni dall’ultimo Dpcm che ha diviso l’Italia in tre fasce – gialla, arancione e rossal’algoritmo costruito sui 21 parametri rischia, con l’evoluzione dei nuovi dati (oggi anticipati su diversi altri quotidiani, ndr), di comportare nuovi “cambiamenti”: il giornale diretto da Stefano Feltri si interroga dunque se proprio queste novità siano “dietro” al ritardo crescente della pubblicazione dei nuovi dati, con il rischio concreto di “dati falsati” ancora ieri esclusa come possibilità tanto dal Ministro Speranza quanto dal n.1 Iss Silvio Brusaferro.



CAOS DATI IN CAMPANIA: COSA DICE LA PROCURA

In particolare è la Campania ad essere sul banco degli “osservati speciali”, come raccontato ancora dal Mattino in edicola oggi: «il faro della procura sui numeri di posti letto e terapie intensive inviati a Roma», titola il quotidiano di Napoli. Di concerto, ieri il “Corriere della Sera” faceva filtrare le sue fonti dirette a Palazzo Chigi «Appena due ore prima dell’avvio del confronto erano ancora nove le Regioni che non avevano trasmesso i propri bollettini, o li avevano inviati incompleti. Se si tratti di un comportamento doloso o semplicemente di disorganizzazione potrebbero presto essere i magistrati a stabilirlo». A fare ordine ci ha pensato Brusaferro che ha richiamato alla forte attenzione del Cts e del Governo a tutte le situazioni in itinere, non escludendo valutazioni anche molto dure laddove si verificassero comunicazioni di dati volutamente parziali e non veritieri. Intanto il procuratore di Napoli Giovanni Melillo in una nota smentisce le ipotesi di indagini: «La Procura di Napoli non ha inviato indagini preliminari sulla presunta falsità di dati sanitari rilevanti per la gestione dell’emergenza epidemiologica in Campania. […] Non vi è nessuna iniziativa è stata assunta né tanto meno annunciata da questo Ufficio». Appuntamento dunque oggi alle 15 con la cabina di regia, chiamata ad aggiornare le fasce delle Regioni: su tutte, la Campania verso l’area “rossa”, in zona “arancione” si avvicinano invece Liguria, Abruzzo e Umbria.

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