La profezia sulla fine del mondo potrebbe essere stata dipinta sulle pareti di un monastero ortodosso? L’affresco mostra quello che potrebbe sembrarci un fungo nucleare, grigio di cenere e fumo, che mostrerebbe appunto la fine dell’umanità. Un tema che la guerra in Ucraina ha reso più urgente che mai. È l’agenzia Agi a ricordare il tema del misterioso affresco, collocato sul Monte Athos nel monastero di Dionysiou in Grecia e scaturita dal pennello di Zorzi il Greco (noto anche come Zorzi il Cretese) nel lontano 1547.



Zorzi il Greco dipinse un ciclo di affreschi che raffigura all’Apocalisse di Giovanni nel monastero ortodosso, ispirandosi in particolare ai versetti 9-11 del Capitolo 9, che recitano così: “Il quinto angelo suonò la tromba: vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli aprì il pozzo dell’Abisso e dal pozzo salì un fumo come il fumo di una grande fornace, e oscurò il sole e l’atmosfera. Dal fumo uscirono cavallette, che si sparsero sulla terra, e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Avevano il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali era come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto. Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore”. Ecco a cosa si è ispirato Zorzi il Cretese per dipingere la fine del mondo.



Affresco che raffigura la fine del mondo: le ultime notizie dalla guerra in Ucraina

Nel misterioso affresco scaturito dall’abile pennello di Zorzi il Cretese, l’angelo dell’Abisso è raffigurato proprio con le sembianze che oggi potremmo associare a un fungo atomico, una colonna grigia protesa verso il cielo e che si allarga sempre di più. Da questa figura inquietante cadono a terra creature mostruose, metà umane e metà simili a cavallette, in una reinterpretazione del passo dell’Apocalisse di Giovanni e della fine del mondo.

Che si tratti di una profezia o di una reinterpretazione di un affresco certamente suggestivo, alla luce dei fatti degli ultimi giorni, senza dubbio è un’opera che fa riflettere sulla nostra realtà e sul legame con il nostro passato. In particolare, si pensa all’escalation di violenza nella guerra in Ucraina e la continua minaccia della Russia di ricorrere al nucleare per rovesciare l’esito del conflitto. Una minaccia che nella giornata di oggi, martedì 4 ottobre, è stata mitigata dal portavoce del Ministero della Difesa di Mosca, che ha affermato come “l’uso di armi nucleari da parte della Russia è possibile solo in accordo con la dottrina sulla deterrenza”. Mentre lo stesso Cremlino conferma l’avanzare delle truppe ucraine nelle linee di difesa avversarie.