Grande ospite ieri sera durante la puntata di Tg2 Post: il cantautore e musicista Zucchero. Tanti gli argomenti toccati dallo straordinario artista italiano, a cominciare dal concerto tenutosi a novembre di un anno fa in quel di Venezia, in una piazza San Marco deserta per il lockdown: “E’ stato un momento toccante, arrivare a Venezia e vederla vuota completamente, e cantare una canzone che parlava di quel momento. Non c’è più tempo di troppi salmi, di troppe lacrime, qui bisogna dare amore, stare uniti e cercare di venirne fuori”. Come a molti altri artisti, anche a Zucchero sono saltati tutti i programmi a causa del covid: “Stavamo facendo le prove generale di un tour che ci portava in tutto il mondo con150 concerti, quando è arrivata la notizia dello stop c’è stata un po’ di depressione, di malinconia, stupore. Siamo tornati a casa un po’ gobbi. Questa estate ho fatto un tour di 16 concerti in acustico dove ci permettevano di suonare, Spagna, Italia, Svizzera, all’Arena di Verona, a Taormina… L’importante era fare il nostro mestiere e incontrare il pubblico e alla fine ci siamo divertiti e il pubblico era molto avvolgente, il pubblico aveva voglia”.



Recentemente è uscito un nuovo album di Zucchero, “Discover”, un gioco di parole che sta ad indicare il primo cd di cover dell’artista reggiano: “Era un po’ che ci pensavo, lo ritardavo sempre per via di altre cose da fare, se vogliamo girare in positivo il covid, ho deciso di finire questo disco, di farlo uscire adesso, ho avuto tempo di finirlo. E’ un processo interessante, ho preso i brani che ho amato, ho fatto una selezione di 500 canzoni da quando ho iniziato a suonare fino ai giorni nostri. Poi ho fatto una selezione anche perchè ci sono brani intoccabili che puoi solo rovinare. Ho cercato di fare miei quei brani che sono nel disco, questo è il senso di fare le cover”.



ZUCCHERO: “PAVAROTTI MI CHIAMAVA CICCIO BACICCIO”

Sull’amicizia con Pavarotti: “Mi chiamava Ciccio Baciccio, era il mio fratellone, quando eravamo in qualche posto in cui ci stavamo aiutando, per evitare che gli altri capissero parlavamo il dialetto. Abbiamo fatto 12 Pavarotti and Friends sempre con la voglia lui soprattutto di mettersi in gioco nonostante fosse planetario, ha sempre voluto sperimentare e non ha mai avuto snobbismo verso l’altra musica. Lui diceva che esiste la buona musica e la cattiva, erano le due etichette”. Fra i tanti artisti con cui ha collaborato nell’ultimo album, anche il talentuoso Mahmood: “La prima volta che l’ho sentito ho detto che questo aveva un fraseggio, un modo di trattare la melodia e le note soul. Lui ha questa padronanza nella voce che gli viene naturale, senza pensarci troppo”. E ancora: “Amo la musica afroamaericana, mi ha ispirato sempre e ho cercato di unirla alla melodia italiana e questo fa la differenza, tu devi cantare in italiano se no sei come gli altri. Parto con un groove e con dei suoni di radici afroamericane e poi improvvisamente apro alla melodia italiana, è questo che volevo fare ed ho fatto, e Dune Mosse (suo brano con Miles Davis ndr) è proprio un esempio ben riuscito per spiegare ciò”. Sul famoso live a Cuba del 2012: “Organizzarlo è stato un’impresa, pensa che il generatore per l’impianto non c’era sull’isola. E’ arrivato mezz’ora prima dell’inizio del concerto dal Messico. L’incontro con l’isola e con i cubani è stato stupendo, sembra che il tempo si sia fermato, sono molto romantici e genuini, non si sono lasciati contaminare, hanno questo amore per la musica”.



ZUCCHERO E LA COLLABORAZIONE CON ELISA: “NON VOLEVA CANTARE IN ITALIANO”

Sulla collaborazione con Elisa, e il brano scritto da Zucchero, Luce, per Sanremo: “Lei aveva scritto questa musica bellissima e cantava in inglese, Caterina Caselli mi chiamò per dirmi che voleva mandarla a Sanremo, ma servivano le parole in italiano e mi disse che ero l’unico che potevo far cantare l’italiano come l’inglese, mi chiese di farle il testo per convincerla. Lei disse che non avrebbe mai cantato in italiano, poi ho fatto l’inciso di Luce e son partito e non sapevo più nulla se sarebbe andata a Sanremo. L’ho scoperto durante la diretta che aveva vinto”.

Qualche parola anche su Raffaella Carrà: “E’ stata una persona che ha sempre amato la mia musica, mi ha sempre difeso, mi ha sempre fatto festa”. La conclusione è dedicata al nuovo anno e al tour che partirà nel 2022, il 25 aprile, dall’Arena di Verona: “Pubblico pieno? E’ quello che speriamo tutti e quello che ci dicono che accadrà se si ripartirà con capacità normale. Saranno 14 concerti, erano già quasi tutti sold out e si spera di ripartire con tutto l’entusiasmo e la sensibilità e la passione, deve venire fuori, io ho bisogno d’amore e di riceverlo”.