Zucchero, all’anagrafe Adelmo Fornaciari, è stato ospitato a Domenica In da Mara Venier, con la quale ha parlato del suo docufilm, che è stato presentato in anteprima pochi giorni fa e che sarà al cinema a partire da domani per tre giorni consecutivi. Un film che ripercorre l’importante e notevole esperienza del cantante, che è riuscito ad arrivare nella scena musicale mondiale partendo, letteralmente, dalla semplicità della campagna emiliana.



“La fiducia non è mai stata una cosa dei Fornaciari”, racconta Zucchero sulle sue origini, “e non abbiamo mai avuto una grande autostima, e quello sono rimasto”. Parlando della presentazione del film di ieri, racconta che “mi sono emozionato molto, continuavano ad applaudire ed applaudire e ad un certo punto ho chiesto di portarmi via per non mettermi a piangere. Volevo che venisse fuori una buona parte di Adelmo, non solo di Zucchero”, racconta, “perché quando la gente ti vede in televisione non ti conosce davvero, non pensa che ci sia anche una persona dietro con le sue fragilità e le sue malinconie. Ed io sono anche questo, anche se sul palco non sembra”.



Zucchero: “Fu una maestra a darmi il mio nome d’arte”

“Ad 11 anni”, racconta Zucchero ricordando il suo passato e le sue origini, “sono stato sradicato da cause di forze maggiori e sono andato a Forte dei Marmi, da quel momento non mi sono più sentito veramente a casa mia da nessuna parte. D’estate, a parte che dovevo lavorare e portare la spesa ai signori nelle ville con la bicicletta, la trovavo molto effimera, non mi apparteneva, tanta apparenza e poca sostanza, mentre l’Emilia è tanta sostanza, senza apparenza”.

“Dall’Emilia”, ricorda ancora Zucchero, “portai via un barattolo di terra del mio orto e la annusavo perché mi faceva stare un po’ meglio. Poi un professore mi beccò che la annusavo durante la lezione e mi sospese”. Ma dagli anni di Forte dei Marmi ottenne tanto, tra cui anche il suo nome d’arte, “ero dolce ed introverso e per questo la maestra mi chiamò zuccherino. I compagni, però, mi prendevano in giro, ma non mi importava. Poi divenne Zucchero e su questo nome ci ho anche marciato perché con un nome così magari qualcuno nelle etichette mi notavano più di altri, anche se per 10 anni nessuno mi filò”.



Ma a Forte dei Marmi Zucchero iniziò anche a fare esperienza nella musica, con gli Sugar and Candies, per i quali imparò a suonare il sassofono fino a quando “il cantante una sera non si presentò e cantai io”. Non guadagnava, però, molto, e ricorda che in ogni caso “avevo già una famiglia, mi ero sposato a 25 anni e avevo una bambina. I soldi non erano molti e non bastavano”. Così lui e la sua band decisero di partecipare alla rassegna musicale del festival di Castrocaro, che gli permise di arrivare a Sanremo.