Grande protagonista della prima serata di Uà, programma condotto da Claudio Baglioni, Zucchero è tra gli artisti più amati del Paese e negli ultimi anni ha conquistato il pubblico di tutto il mondo; ancora adesso viene chiamato come ‘uno dei maggiori maestri del blues d’Italia’. L’artista ha venduto più di sessanta milioni di dischi, tra album e canzoni ed è riuscito anche a superare la nazione italiana. Nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti come Sting, Bocelli, Eric Clapton e tanti altri e grazie a ciò ha raggiunto tutto il mondo. In bacheca tanti premi, come ad esempio il Tenco e una caricatura per i Grammy.
Durante il periodo della pandemia, Zucchero ha pubblicato la cover di una canzone di Lucio Battisti, proprio per la creazione del suo nuovo album Discover, il vinile maggiormente venduto della settimana nel nostro Paese e il quarto in classifica dopo una settimana soltanto dalla sua uscita.
Zucchero: “Ero più responsabile e ligio quando ero più giovane”
Recentemente ospite di Sky Tg24, Zucchero si è raccontato senza filtri tra carriera e vita privata. Fornaciari ha esordito parlando dei suoi esordi: «Ho cominciato come autore. Sì, cantavo nella band con cui suonavamo in giro, nelle balere, ma discograficamente non piacevo. Dicevano che non rappresentavo il bel canto, che la mia voce non era molto italiana e che il blues nel nostro Paese non avrebbe mai funzionato. Quindi, visto che non riuscivo a trovare un contratto discografico per me, cercavo di piazzare le mie canzoni per altri, anche se in otto anni sono riuscito a piazzarne solo due». Dopo una riflessione sulla sua infanzia, Zucchero ha risposto così alla domanda “ti piace invecchiare o torneresti ai tuoi vent’anni?”: «La prima parte non mi piace molto, il fisico che invecchia quando il cervello, invece, va in senso contrario. Ero più responsabile e ligio quando ero più giovane, perché dovevo badare alla famiglia, mentre adesso che un po’ di cose le ho fatte, un po’ di vita l’ho vissuta».