IL CARDINALE ZUPPI IN VIAGGIO VERSO MOSCA: RIPARTE (A SORPRESA) LA MISSIONE DI PACE DEL VATICANO

Ha stupito non poco la notizia di poche ore fa del viaggio verso Mosca del cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI e responsabile della missione di pace del Vaticano per la guerra tra Ucraina e Russia: eppure dopo l’improvvisa accelerazione con la terza visita del Presidente ucraino Zelensky presso la Santa Sede venerdì scorso, Papa Francesco ha voluto subito “sondare” il terreno della diplomazia russa per provare una delicatissima e intricata tregua all’orizzonte.



La missione di pace speciale in Ucraina aveva visto tra il 2023 e il 2024 le visite dell’inviato del Vaticano, il cardinale Zuppi, a Kiev, a Mosca, a Pechino e a Washington: in particolare, nella visita del n.1 CEI in Russia nel giugno 2023, v’erano state timide aperture dal capo della Chiesa ortodossa russa Kirill e dallo stesso Cremlino (come spiegava qui mons. Pezzi in esclusiva al “Sussidiario.net”, ndr). Mentre la guerra sul campo purtroppo non si placa, con lo stallo della controffensiva ucraina nel Kursk e l’avanzata russa a Zaporizhzhia, l’intento del Vaticano è quello di tenere accesi i canali di comunicazione per impostare una missione di pace nelle prossime settimane post-Elezioni Presidenziali Usa 2024.



L’INCONTRO CON ZELENSKY E LA MISSIONE DI ZUPPI IN RUSSIA: LE ULTIME “MOSSE” DI PAPA FRANCESCO VERSO LA “PACE GIUSTA” IN UCRAINA

Negli ultimi mesi, dopo l’iniziale spinta dell’azione dell’arcivescovo di Bologna, pare che dall’Ucraina si fosse un po’ raffreddata la volontà di perseguire una missione di pace della Chiesa (anche per qualche scontro-incomprensione tra il Vaticano e il Governo Zelensky). La visita però del Presidente ucraino da Papa Francesco ha come sancito la ripresa dei rapporti quantomeno diplomatici tra Kiev e Roma, e da qui nasce la volontà di “capitalizzare” il momento con una seconda visita del cardinale Zuppi a Mosca.



Nei 35 minuti di colloquio privato fra Zelensky e Papa Francesco, oltre alle richieste di “rito” su una “pace giusta” per l’Ucraina (che già è un cambio di prospettiva rispetto alla vittoria “ad ogni costo”), i due leader trattato tutte le sfaccettature della drammatica guerra ad Est, soprattutto sul fronte della situazione umanitaria devastante per le popolazioni civili. Riportare a casa i tanti prigionieri, così come i minori, da mesi ormai in Russia resta una delle azioni in cui il Vaticano può dire di avere già ottenuto alcuni flebili ma importanti risultati: «Contiamo sull’assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini che sono stati fatti prigionieri dalla Russia», ha detto Zelensky dopo l’incontro venerdì scorso con il Santo Padre dove è stato affrontato anche il tema del rapporto tra Chiesa e Stato in Ucraina (dopo il “bando” per gli ortodossi russi da Kiev).

Il dialogo da instaurare, o meglio da riaccendere, fra Ucraina e Russia era stato lo stesso arcivescovo Zuppi a richiamarlo negli scorsi mesi davanti al “congelamento” della missione di pace: «Il dialogo non è accettare una pace ingiusta, ma trovare una pace giusta e sicura, non con le armi ma con il dialogo». In parole ancora più dirette, il capo della CEI ritiene che la discussione sulla pace in Ucraina non significa dimenticare cosa è successo in quell’inverno 2022 con l’invasione russa nei territori dell’Ucraina: dopo migliaia di morti e con uno scenario geopolitico mondiale che minaccia venti da “terza guerra mondiale”, parlare di pace significa semplicemente «cercare di porre fine a un conflitto». Papa Francesco con il cardinale Zuppi intendono muoversi da mediatori continui per questo tipo di pacificazione anche se non sarà facile, specie se i teatri di guerra in Medio Oriente dovessero ulteriormente peggiorare amplificando lo scontro a distanza tra blocco NATO e blocco orientale tra Cina, India, Iran e, appunto, Russia. Nell’Angelus di domenica 13 ottobre lo stesso Pontefice ha parlato di guerra come una continua «illusione» oltre che una sconfitta cocente, rivolgendo appello a Mosca perché gli ucraini civili «non siano lasciati morire di freddo»: Papa Francesco ha poi imposto che cessino immediatamente gli attacchi aerei contro la cittadinanza, «Basta uccidere innocenti».