LA MISSIONE DI PACE DEL CARDINALE ZUPPI RIPRENDE NEGLI STATI UNITI

Esattamente come avvenuto per i viaggi a Kiev e Mosca, il viaggio ufficiale in corso del cardinale Matteo Maria Zuppi a Washington rientra nella missione di pace organizzata dal Vaticano per provare a invocare una tregua nella guerra fra Ucraina e Russia. Come successo per le precedenti “tappe”, del programma di visite e incontri dell’inviato speciale di Papa Francesco si conosce molto poco ed è stato ufficializzato nelle stesse ore in cui il volo dal Vaticano partiva in direzione Washington.



«Si comunica che nei giorni 17 – 19 luglio 2023, il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, viaggerà a Washington quale Inviato del Santo Padre Francesco», spiega il comunicato ufficiale della Santa Sede questa mattina, aggiungendo come il significato della visita negli Stati Uniti si svolge «nel contesto della missione intesa alla promozione della pace in Ucraina e si propone di scambiare idee e opinioni sulla tragica situazione attuale e di sostenere iniziative in ambito umanitario per alleviare le sofferenze delle persone più colpite e più fragili, in modo particolare i bambini».



USA DOPO UCRAINA E RUSSIA: PROSSIMA TAPPA IN CINA? I PIANI DEL VATICANO PER LA MISSIONE DI PACE

Zuppi si era recato il 5 e 6 giugno a Kyiv e il 28 e 29 giugno a Mosca, per volere di Papa Francesco che in maggio aveva annunciato al mondo l’intenzione di affidare la missione di pace per la guerra in Ucraina al Presidente della CEI e arcivescovo di Bologna. Come ha poi spiegato in seguito il segretario di Stato Pietro Parolin, la missione non ha come scopo immediato la «mediazione» ma l’obiettivo primario è quello di «cercare soprattutto di favorire il clima, favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace».



Gli incontri con il Presidente Zelensky, il Patriarca russo ortodosso Kirill e i responsabili diplomatici di Kiev e Mosca hanno portato alcuni primi timidi risultati, ma l’impianto della missione resta ancora molto delicato (e segreto, con Zuppi che non si è mai soffermato in queste settimane sui singoli colloqui intrattenuti, proprio a dimostrazione dell’importante profilo “basso” da mantenere per ottenere qualche importante risultato). Di ritorno a Roma, in occasione della presentazione del libro di Andrea Riccardi “Il grido della pace”, il 4 luglio scorso, Zuppi ha confermato ai giornalisti di aver incontrato Papa Francesco per riferirgli della sua missione: «la priorità è ora quella di lavorare per i più svantaggiati, come i bambini, e vedere se si riesce ad avviare il meccanismo per loro e aiutare la parte umanitaria». Il cardinale Zuppi ebbe poi modo di aggiungere come la speranza che si possa cominciare «dai più piccoli, da quelli che sono più fragili. I bambini devono poter tornare in Ucraina. Il prossimo passo, quindi, sarà prima la verifica dei bambini e poi vedere come farli tornare, a partire dai più fragili». Sempre Parolin, interpellato dai giornalisti a margine di un evento a Roma sulla possibilità che l’iniziativa del Vaticano prevedesse altre interlocuzioni oltre a Russia e Ucraina, come gli Usa e la Cina, aveva affermato che «da questo dialogo auspicato dal Papa non vogliamo escludere nessuno». E se dunque dopo Washington la prossima tappa fosse proprio Pechino per provare a fermare sul nascere il rischio di una guerra atomica mondiale?