L’INTRODUZIONE DEL CARDINAL ZUPPI AL CONSIGLIO PERMAMENTE CEI

Si svolge a Roma dal 20 al 22 marzo 2023 la sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente della CEI: la sinodalità, le sfide dopo la pandemia e la speranza di una rinnovata missionarietà, di questo e tanto altri ha parlato il Cardinale Matteo Zuppi – Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI – nella sua introduzione tenuta nel giorno di San Giuseppe, 19 marzo. «Siamo vicini ad una nuova primavera della Chiesa, aprendo nuove e coraggiose prospettive di futuro. Per questo occorre passione, visione profetica, libertà evangelica e intelligenza della comunione, generosa responsabilità e gratuità nel servizio», ha spiegato il Presidente dei vescovi italiani invocando la protezione di San Giuseppe proprio per la paternità benevola sul destino della Chiesa. Mentre solo 12 mesi fa era stato lo stesso Card. Zuppi a parlare della metafora dell’inverno per spiegare la situazione della Chiesa italiana ancora dentro al dramma della pandemia, ora è il tema della “primavera” e del rilancio ad occupare gran parte della prolusione tenuta dal prelato.



«La pandemia ha fatto affiorare alcune debolezze ecclesiali più o meno latenti. Non le dobbiamo osservare con pervasivo pessimismo, con quella sottile tentazione di fermarci solo sulle difficoltà, sui limiti, con quell’incredulità pratica di sapere solo vedere i problemi, interpretandoli anche in maniera raffinata ma senza credere che siano occasione per l’opera di Dio»: tutto è occasione per l’intervento dello Spirito, tocca all’uomo sapere riconoscere e seguire nella compagna che Cristo gli ha donato, per l’appunto la Chiesa. «Considerando la stagione della pandemia dobbiamo evitare che il ricorso alla comunicazione digitale, così importante durante l’isolamento, sostituisca la presenza e diventi funzionale all’individualismo e alla patologia della paura», scrive ancora il Cardinale Zuppi nell’introduzione tenuta davanti ai vescovi della Conferenza Episcopale Italiana.



“CHIESA COME LUCE E SPERANZA CONTRO LA PAURA”: L’INTERVENTO DEL CARD. ZUPPI

«Abbiamo capito con più vivezza che l’identità della comunità cristiana non si misura soltanto in base alla partecipazione alla liturgia domenicale»: su questo punto Zuppi insiste in più passaggi nella prima riunione della CEI, «La preghiera, personale e comunitaria, ha sempre un orizzonte molto più ampio, che rende la comunità cristiana quello che deve essere, una famiglia capace di fare sentire a casa, di raggiungere le persone nelle loro case perché non siano luoghi isolati o carceri di solitudine, tessendo i legami umani e affettivi comandati dall’amore cristiano. La carità appartiene di diritto all’esperienza di fede di ogni cristiano e non può essere delegata solo ad alcuni, come non può mai essere scissa dalla dimensione spirituale. Amore e verità si nutrono l’uno dell’altra». La sinodalità, riflette ancora il Presidente della CEI, è tutt’altro che la rinuncia o omologazione al ribasso: «Dobbiamo sapere riconoscere i tanti segni della sua predilezione e dei doni che ci sono affidati e accettare la vera sfida che è costruire comunità, case dove abiti il Signore Gesù e sua Madre, nostra Madre, la Chiesa», invita ancora Zuppi legando il lavoro della sinodalità della Chiesa con il sinodo mondiale avviato da Papa Francesco.



Il Card. Zuppi ha voluto poi rivolgere ai vescovi lo stesso invito lanciato un anno fa al Consiglio Episcopale Permanente del 20 settembre 2022, a Matera, ai principali rappresentati politici del Paese: «trovare risposte certe, non provvisorie, precarie, sempre parziali: “Le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, i migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”. È davvero per tutti tempo di scelte coraggiose e non di opportunismi». La Chiesa dopo la pandemia e nel pieno del Cammino sinodale si configura, secondo il n.1 della CEI, come una Chiesa «missionaria, della chiamata e dell’invio di ognuno, che si misura con le domande, le sfide, con la necessità di diffondere una cultura cristiana come chiave per capire e consolare la tanta sofferenza». La morte, il dolore, la gratuità, il valore della vita e tanto altro ancora: l’invito del Cardinal Zuppi alla Chiesa italiana è di dare seguito alle domande che albergano l’animo umano, «Mi piace immaginare una Chiesa che si faccia carico di queste domande e offra luce e speranza per nuove motivazioni che affranchino dalla paura».