CARD. ZUPPI: “NOI I PRIMI A VOLERE TRASPARENZA SULLA PEDOFILIA”

«La chiesa da sempre deve unire due cose: la radicalità e la complessità»: lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, nell’intervista lo scorso 2 aprile al festival “Tempi Radicali” del quotidiano “Domani” a Modena. Dialogando con il direttore Stefano Feltri – e incalzato sui temi sempre “caldi” come gli abusi sui minori, i diritti LGBT, l’aborto e il fine vita – il n.1 dei vescovi italiani ha riproposto le ultime importanti “strette” operate dalla Chiesa Cattolica di Papa Francesco sul tema della pedofilia.



«Per la chiesa il problema è molto serio: siamo i primi che hanno interesse a contrastarlo», dice il Cardinale Zuppi sottolineando però come sul tema degli abusi anche famiglia e scuola hanno le stesse responsabilità della Chiesa, «non per esimermi, perché non vogliamo passare per una manica di mascalzoni. Il rigore con cui i due ultimi Papi hanno affrontato il tema lo dimostra». Il Card. Zuppi ha poi ricordato come lo scorso novembre un nuovo report della CEI ha individuato il tipo di reato, oltre ai numeri: «il dossier riguarda gli ultimi 20 anni, cioé da quando abbiamo i dati su cui lavorare, altrimenti il rischio è avere delle proiezioni e non una fotografia completa. D’altronde abbiamo linee guida severissime alla base». Zuppi come l’intera Chiesa italiana continua a invitare tutte le persone vittime di presunti abusi a denunciare alla giustizia civile, ma il problema è che non sempre si vogliono esporre: «se non vogliono non li possono costringere», aggiunge ricordando come eventualmente lo strumento del tribunale ecclesiastico resta sempre un ottima possibilità, «funzionano molto bene».



ABORTO E FINE VITA, COSA HA DETTO IL CARDINALE ZUPPI A “TEMPI RADICALI”

Dall’utero in affitto al tema generale dei “diritti LGBT”, il Cardinale Zuppi prova a rispondere alle domande incalzanti (e talvolta assai aspre) del direttore del “Domani”: «la Chiesa non si sottrae al dialogo. Lo dice la dottrina sociale della Chiesa che ha al centro la persona e i suoi diritti: anche la legge sull’aborto non è più messa in discussione». La Legge 194 sull’aborto secondo il Presidente dei vescovi italiani resta pur sempre un atto «doloroso» ma che arriva a «garantire», e «nessuno la mette in discussione». D’altro canto, replica ulteriormente il Card. Zuppi, «la parte dissuasiva, di evitare una sofferenza alla donna è una cosa che si può applicare di più».



A Feltri che incalza sul tema degli obiettori di coscienza considerati “troppi” dal mondo progressista, il Cardinale sottolinea che occorre «incentivare l’informazione nei consultori. Così come bisogna implementare le cure palliative nel fine vita». Ed è proprio l’eutanasia a far da “chiosa” nel dialogo del Card. Zuppi al festival del “Domani”: «Sul fine vita è una discussione in cui farei tesoro delle esperienze in Europa, il diritto che abbiamo è quello di non soffrire, le cure palliative nel nostro paese hanno ancora una percentuale di diffusione bassa, la Chiesa non è per il dolore, è sacrosanto togliere il dolore».