AUTONOMIA E PREMIERATO, LE RISPOSTE “PREOCCUPATE” DEL PRESIDENTE CEI CARD. ZUPPI

Si è conclusa in Vaticano la tre giorni di Assemblea Generale CEI 2024, giunta alla sua 79esima riunione: nel solco dellappello di Papa Francesco per la pace e una Chiesa sempre più sinodale, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Card. Matteo Maria Zuppi ha tenuto una lunga conferenza stampa per illustrare alcuni dei temi affrontati in questi giorni nell’Aula del Sinodo. Prima di confermare il suo prossimo viaggio in Terra Santa il prossimo 12 giugno, accettando l’invito del Patriarca Pizzaballa direttamente dal teatro di guerra a Gaza, l’arcivescovo di Bologna ha sollevato alcune perplessità su due tematiche politiche di stretta attualità in Italia.



In merito alla riforma del Premierato, incardinata dal Governo Meloni, Zuppi ha spiegato in conferenza stampa che più di qualche vescovo ha espresso preoccupazione: «Quando si toccano gli equilibri istituzionali è necessaria molta attenzione». Lo spirito della Costituzione va preservato, ha aggiunto il cardinale, in quanto è l’obiettivo del bene comune a dettare un dialogo anche tra forze tutt’altro che vicine: nella riforma costituzionale sugli assetti dello Stato, l’auspicio per il Presidente dei vescovi italiani è che ciò che emergerà «non sia qualcosa di contingente, cioè che non sia di parte. Comunque è un discorso ancora aperto, vediamo come va la discussione».



Il secondo tema affrontato sullo sfondo politico è quello dell’Autonomia differenziata, un’altra riforma lanciata dal Governo Meloni e spesso criticata anche negli scorsi mesi da alcuni vescovi italiani, Zuppi compreso: in attesa di un comunicato ad hoc della CEI atteso nei prossimi giorni, il Presidente dei vescovi conferma la preoccupazione in merito. «Alcuni progetti legislativi rischiano di accrescere il gap tra territori oltre che contraddire i principi costituzionali. È in gioco il bene comune che può e deve essere promosso sostenendo la partecipazione e la democrazia», si legge nel comunicato finale dell’Assemblea Generale CEI, dando seguito alla Settimana Sociale dei Cattolici i prossimi 3-7 luglio a Trieste. Un “gap”, chiarisce ancora Zuppi, non è un problema solo del Sud ma in generale di tutti i territori a rischio del Paese.



L’APPELLO DEI VESCOVI ITALIANI E LE URGENZE SU EUROPEE E MIGRANTI

Oltre alle due “stoccate” lanciate al Governo in carica, col quale comunque mantiene un forte dialogo proficuo come dimostrano gli ultimi incontri degli scorsi mesi e l’impegno congiunto sul ruolo degli insegnanti di religione cattolica col nuovo concorso, Zuppi guarda al futuro della politica e non può non soffermarsi sulle imminenti Elezioni Europee 2024. «Le difficoltà che hanno i partiti ad essere un ‘noi’ non può non preoccupare, perché vuol dire che i meccanismi di rappresentatività sono in crisi». Anche di questo si parlerà a Trieste», ha sottolineato ancora il n.1 della CEI in conferenza stampa al termine dell’Assemblea Generale,

Secondo il cardinale Zuppi, «non è possibile la cura comune per delega: non può non esserci un coinvolgimento personale, altrimenti qualcuno decide per te e si mina tutto l’organismo»: al di là dei richiami vari alla politica e alle modalità del sistema elettorale, pungente è l’appello lanciato dai vescovi sull’effettivo orizzonte in cui si muove la nuova Europa politica. «Siamo preoccupati», ammette l’arcivescovo di Bologna, perché l’Europa «rischia di dimenticare l’eredità straordinaria di chi ha combattuto per la libertà dal nazifascismo». L’auspicio finale per la CEI è che la scelta anche in queste elezioni sia per un futuro maggiore, e non minore, dell’Europa: «L’augurio è che l’Europa si ricordi delle sue radici: perché non ci sia più guerra. Non una tregua, ma la pace, la capacità di risolvere i conflitti non con le armi».

In merito, infine, al tema caro all’intera Conferenza Episcopale Italiana sulla protezione dei migranti, Zuppi non lesina critiche al sistema migratorio gestito dal nostro Paese, confermano gli 80 milioni di euro stanziati anche quest’anno con l’aiuto dei fondi 8xmille: «Servono per permettere a chi vuole di restare a casa. Ma questo non deve far dimenticare il dovere di salvare le vite». L’ammonimento del prelato è volto al tema del salvataggio in mare che deve sempre essere garantito, come del resto ha ribadito anche di recente lo stesso Ministro degli Interni Pianteodosi: «Mi stupisce e mi colpisce che c’è ancora chi metta in dubbio il fatto si salvare la vita. Se la pietà è morta siamo messi davvero molto male. Ma poi devi anche creare un sistema capace di accogliere».