A due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, scoppiata in seguito all’invasione russa, il cardinale Matteo Zuppi torna a interrogarsi sulla pace. «È davvero così necessario il dolore a cui stiamo assistendo? Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per ottenere la pace?». L’Arcivescovo di Bologna se lo chiede alla veglia per la pace nel secondo anniversario del conflitto, all’incontro di preghiera nella chiesa di San Ruffillo, in cui si sofferma, come riportato da La Stampa, anche sull’inizio «drammatico e atteso» della guerra. «Si sapeva che il piano inclinato della violenza che durava già dal 2014 avrebbe portato alla guerra. Anche se sembrava impossibile: qualche volta ci illudiamo che alla fine “andrà tutto bene”. Ma non è andato tutto bene».



Zuppi torna a parlare di «atrocità e sangue versato» che «non sono più sopportabili». Nulla è cambiato, evidenzia il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), incaricato da Papa Francesco nella missione di riconciliazione per mettere fine alle ostilità: «Ogni giorno che passa significa tanti morti in più. Famiglie devastate. La vita distrutta». Al giornale parla poi dell’attività diplomatico-umintaria del Vaticano, assicurando che «sta continuando».



“IL PIANO UMANITARIO DEL PAPA VA AVANTI”

A margine della funzione, il cardinale Zuppi sottolinea il ringraziamento al nunzio apostolico a Kiev, monsignor Visvaldas Kulbokas, e a quello di Mosca, monsignor Giovanni D’Aniello, perché «sono in continuo contatto tra loro e con i responsabili delle due parti per cercare di creare un clima favorevole al dialogo e verificare tutti gli elenchi e le vie che agevolino, come già è successo, il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini». Il Vaticano, dunque, non si ferma, anzi è spinto «ancora di più a lavorare per la pace. Non possiamo abituarci e rassegnarci alla guerra!». A tal proposito, Zuppi garantisce tramite i microfoni de La Stampa che «il piano umanitario voluto dal Pontefice prosegue».



Ma c’è anche l’impegno della Cei affinché «numerosi bimbi ucraini possano venire in Italia a trascorrere le vacanze in famiglie o strutture. Si sta già lavorando con il governo ucraino, tramite gli ambasciatori, il Nunzio e la Caritas per gli accordi». Mentre si lavora per la pace, bisogna continuare a occuparsi di chi soffre, in modo concreto, quindi con aiuti e accoglienza. «Noi vorremmo tanto che quest’estate molti bambini, ragazzi, orfani possano giungere nel nostro Paese per un periodo di pace, in cui vedere il mondo come vogliamo che sia».

“DOBBIAMO ESSERE ARTIGIANI DELLA PACE”

L’amore, sottolinea il cardinale Zuppi, è un «balsamo per curare le ferite dell’anima» di questi bambini, nella cui sofferenza «è sconfitta l’umanità intera». Come sottolineato da Papa Francesco, bisogna «unire le nostre lacrime alle loro. E dire che non c’è giorno in cui non siamo loro vicini, almeno con la preghiera e la compassione», che è il contrario dell’indifferenza. Bisogna fermarsi e «essere artigiani di pace» e guardare «sempre la guerra con gli occhi dei bambini. I bambini ci aiutano a individuare la differenza tra il bene e il male».

Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), come riportato da La Stampa, esorta anche a ricordare «che tutte le guerre sono sempre fratricide» e a non confondere le responsabilità, «che sono ben chiare e che vanno precisate, per trovare la pace, sempre più necessaria». Infine, rimarca che «la maggior parte delle vittime sono civili», in Ucraina come nella Striscia di Gaza. «È uno scandalo. Uno scandalo che deve renderci tutti consapevoli».