ZUPPI: “HUMANAE VITAE CI INTERROGA ANCORA OGGI”
Secondo il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, l’enciclica “Humanae Vitae” di Papa Paolo VI rappresenta ancora oggi un ineludibile giudizio aperto della fede sul tema delicato della vita, della natura umana e della libertà. Intervenuto al convegno sull’Humanae vitae di Paolo VI, organizzato dalla Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune – “L’audacia di un’Enciclica sulla sessualità e la procreazione” – il n.1 dei vescovi italiani sottolinea tutta la centralità di questa opera intensa di Papa Montini pubblicata il 25 luglio 1968.
«Nel mistero della generazione è in gioco la concezione costitutivamente filiale dell’essere umano, che si trova in vita ricevendosi nel proprio corpo per iniziativa di altri», ha spiegato il card. Zuppi al convegno, come riporta la stampa vaticana e l’Avvenire. Secondo il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, l’Humanae Vitae è stata capace di unire «la libertà con la natura». Attaccata dall’intellighenzia all’epoca, ancora oggi quell’enciclica rappresenta un punto di dialogo molto complesso con chi ritiene che la vera conquista sia la “fluidità” della sessualità e l’aborto come prima conquista dell’era moderna. «È molto più profonda rispetto alla semplice resistenza a quanti chiedevano di approvare l’uso di contraccettivi ormonali nei rapporti sessuali all’interno del matrimonio cattolico», spiega ancora il card. Ladaria.
L’HUMANAE VITAE DI PAPA PAOLO VI E IL RAPPORTO CON LA SESSUALITÀ: PARLA LADARIA
Vi è infatti un assoluto coraggio avuto da Papa Paolo VI con l’Humanae Vitae nel carattere antropologico affrontato all’interno dell’enciclica: «ha mostrato la vocazione divina della sessualità, ovvero la connessione inscindibile che Dio ha voluto tra il significato unitivo e quello procreativo dell’atto coniugale». Come già cantava a suo tempo il geniale Giorgio Gaber ne “Il dilemma”, la libertà “raggiunta” negli anni delle contestazioni era intesa anche nel cambiare «le condizioni di vita dell’amore coniugale», generando però a catena problemi di cui si vedono segni ancora oggi.
«L’atto sessuale viene considerato come assolutamente libero e il corpo è ridotto a pura materialità», delinea ancora Ladaria nel dialogo con il cardinale Zuppi al convegno in Vaticano, in particolare «un’allarmante diminuzione delle nascite e a una moltiplicazione del numero di aborti». La vita stessa da dono è stata ridotta a prodotto, ha aggiunto il Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, con conseguenze immani sul tema stesso della sessualità: «l’enciclica resta profetica anche oggi, al fine di contrastare i veri e propri antiumanesimi». Secondo il cardinale Ladaria tali possono essere riscontrabili sia nell’ideologia gender – «in cui non è il corpo che identifica una persona ma il suo orientamento» – sia nel transumanesimo, in cui «la persona essendo ridotta alla sua mente può trasferire la sua essenza a un altro corpo umano, a un corpo animale, a un cyborg, a un semplice file di memoria».