LE PAROLE DI ZUPPI PRIMA DI PARTIRE PER LA CINA: “TESSERE LA TELA DI PACE”, IL VIDEO

«Tessere la difficile tela della pace»: parla così il cardinale Matteo Zuppi ai microfoni di Tv2000 poco prima di partire alla volta della Cina per l’inizio della missione di pace voluta da Papa Francesco. È proprio il Vaticano ad informare e confermare il tutto con un breve comunicato diffuso dalla Sala Stampa: «Nei giorni 13 – 15 settembre 2023, il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, si recherà a Pechino, quale Inviato del Santo Padre Francesco. La visita costituisce un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta».



Con la tv della CEI, l’arcivescovo Zuppi si auspica per l’appunto una spinta concreta per «tessere la difficile tela della pace»; la preghiera ecumenica di questi giorni con la Comunità di Sant’Egidio a Berlino, conclude il prelato, «è un motivo ulteriore per cercare con fiducia il dono della pace, che è un dono per tutti e che tutti devono trovare. Quello che ci spinge è di cercare di tessere la tela della pace». Nel messaggio di Papa Francesco inviato per l’incontro internazionale di Sant’Egidio, il Santo Padre ha scritto «si aprano vie di pace, soprattutto per l’Ucraina […] In un mondo in cui tutto va avanti veloce, solo la fine delle guerre sembra lenta. Credere e lavorare con l’audacia della pace per una non impossibile fraternità».



OGGI E DOMANI IL CARDINALE ZUPPI IN CINA PER LA MISSIONE DI PACE

È partito questa mattina il cardinale Matteo Maria Zuppi alla volta della Cina per l’ultima tappa della “missione di pace” organizzata dal Vaticano per cercare di trovare uno “spiraglio” tra Ucraina e Russia in grado di convocare subito il “cessate il fuoco” e la tregua dopo un anno e mezzo di guerra. Lo aveva già annunciato Papa Francesco negli scorsi giorni, dopo l’incontro con il Presidente della CEI, che Pechino poteva essere una prova determinante nell’ordine internazionale di una diplomazia finora ancora insufficiente per fermare il conflitto ucraino dopo l’invasione della Russia ormai nel febbraio 2022.



L’inviato speciale del Vaticano – nominato formalmente da Papa Francesco negli scorsi mesi proprio per intavolare la “missione di pace” internazionale – ha già fatto visita il 5-6 giugno scorsi a Kiev in Ucraina, incontrando anche il Presidente Zelensky: il 28-29 giugno fu poi la volta di Mosca con l’incontro però “saltato” con Putin, mentre dal 17 al 19 luglio Zuppi è volato negli Stati Uniti dove, tra gli altri, ha incontrato anche il Presidente Joe Biden. L’arrivo a Pechino è previsto in giornata mentre domani, mercoledì 13 settembre, sono previsti gli incontri più importanti in agenda: tra i vari rappresentanti istituzionali cinesi che l’arcivescovo di Bologna incontrerà, previsto il tavolo con il Premier Li Qiang. Come sempre si avrà pochissimo resoconto sul contenuto dei vertici, tenuti al massimo riserbo vista proprio la delicatezza della missione diplomatica. Dopo gli ultimi messaggi distensivi tra Cina e Vaticano – da ultimo le parole del Papa durante il viaggio in Mongolia – l’augurio della Chiesa è quello di riuscire a trovare margine per accelerare il processo diplomatico tra Russia e alleati dell’Ucraina.

ZUPPI SULLA GUERRA IN UCRAINA: “SERVE PACE GIUSTA CON L’AIUTO DELLA CINA, PAPA FRANCESCO NON È UN MEDIATORE”

Il viaggio di Zuppi in Cina per conto della missione di pace voluta da Papa Francesco non resta però un’iniziativa isolata: il sostegno al cardinale arriva dagli Usa, dall’Unione Europea e dalla Nato, oltre che dal Governo italiano che seguirà passo dopo passo dalla Farnesina con i contatti tra il Presidente della CEI e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Lasciando ieri Berlino dopo l’incontro per la Comunità di Sant’Egidio, il cardinale Zuppi ha delineato alcuni degli elementi considerati cruciali per la buona riuscita della missione in Cina: «Dev’essere una pace giusta e sicura, scelta dagli ucraini, con le garanzie, l’impegno, lo sforzo di tutti. E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti». Zuppi non nasconde le forti difficoltà diplomatiche riscontrate finora, tanto per le tempistiche – ha scherzato dicendo «I tempi notoriamente sono eterni, i tempi della Santa Sede e i tempi della Cina sono notoriamente molto lunghi» – quanto soprattutto per il muro granitico nelle relazioni tra Kiev e Mosca dopo l’inizio della guerra: «ci sono tante difficoltà, per forza, è una situazione tragica da mesi a questa parte. È chiaro che ci sono tante difficoltà di una situazione che si è creata, dobbiamo sempre ricordare l’aggressore e l’aggredito, che però deve trovare una soluzione», sottolinea con i giornalisti da Berlino. In merito al viaggio in Cina Zuppi ha poi sottolineato che le aspettative sono concrete e atte a continuare a creare «tutte le condizioni e a spingere nell’unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura». Secondo l’arcivescovo di Bologna e inviato di Papa Francesco, «serve l’impegno di tutti, in particolare di quelli che hanno maggiore importanza come ovviamente la Cina. La pace richiede lo sforzo di tutti, non è mai qualcosa che può essere imposto da qualcuno».

In merito alle forti tensioni esplose tra Ucraina e Vaticano negli ultimi giorni dopo il discorso di Papa Francesco ai giovani russi lo scorso 25 agosto, il cardinale Zuppi non nasconde le difficoltà, specie quando il consigliere di Zelensky ribadisce che il Santo Padre non potrà mai essere mediatore di pace dopo le parole sulla “Grande Madre Russia”: «la mia missione di pace non è in pericolo, anche perché nessuno ha mai parlato di mediazione, non è mai stata una mediazione. È sempre stata una missione, lo spiegò subito il Papa e lo ha ridetto, qual è la sua aspettativa di questa missione e che appunto non era e non è la ‘mediazione’, ma è aiutare». Secondo Zuppi resta così chiaro quell’invito del Papa che pensa «che se ci sono delle nubi ovviamente si sono già chiarite o si chiariranno: sono comprensibili in una tensione così forte. Credo che il governo e il popolo ucraino conoscono il sostegno che la Chiesa e papa Francesco hanno sempre avuto per la loro sofferenza».