A Bologna, per l’apertura dell’anno accademico alla facoltà teologica dell’Emilia Romagna, è stato ospite il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo della città e presidente della Cei. Nel corso del dibattito sul tema “intelligenza artificiale” – tenuto insieme insieme a Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr ed ex ministro, Francesco Ubertini, ex rettore Alma Mater e Laura Palazzani, docente di filosofia del diritto – ha parlato proprio di tecnologia, come spiega Avvenire. I relatori si sono trovati d’accordo sull’importanza dell’umanocentrismo, ossia sulla necessità di valorizzare l’essere umano. L’intelligenza artificiale, dunque, deve essere vista come un supporto che non può soppiantare l’umano. 



“Il supercalcolatore Leonardo, che si trova a Bologna ed è uno dei più grandi al mondo, in un’ora effettua calcoli che per un essere umano richiederebbe 920 anni” ha spiegato Ubertini. Non mancano però però i danni possibili, come l’aumento delle disuguaglianze e il rischio di violazione dei diritti umani. Per questo “è importante che gli enti pubblici permettano a tutti l’accesso a questa tecnologia e rendano le persone consapevoli e protagoniste, capaci di respingere i tentativi di controllare la propria libertà”.



Zuppi: “L’IA può minacciare ma…”

I relatori del seminario per l’apertura dell’anno accademico alla facoltà teologica dell’Emilia Romagna si sono trovati d’accordo sulla necessità di un’etica che presieda anche all’intelligenza artificiale. “È un approccio difficile ma necessario. L’intelligenza artificiale infatti offre anche molte opportunità positive: le biotecnologie, per esempio, usano il machine learning, l’apprendimento delle macchine, per sviluppare progetti come quelli di robot che assistono le persone, che danno loro più libertà. In questo senso, è possibile e necessario sviluppare la tecnologia per creare fratellanza” ha aggiunto Carrozza.



Anche il cardinal Zuppi ha preso parola: “La presenza a Bologna dell’università, della Facoltà teologia e di uno dei più grandi calcolatori del mondo deve spingere queste tre realtà a collaborare anche sull’intelligenza artificiale. Essa può minacciare, ma anche stimolare l’intelligenza umana, e l’umanocentrismo deve portarci a scoprire un altro e più profondo centro: quello della somiglianza dell’essere umano con Dio”.