L’INTERVENTO DEL CARDINAL ZUPPI ALLA “RETE PER LA GIORNATA DELLA VITA NASCENTE”
Essere madri ed essere padri interrompe il percorso secolarizzato dell’individualismo: lo ha detto il Presidente della CEI, Card. Matteo Maria Zuppi intervenendo alla LUMSA al convegno della “Rete per la Giornata della Vita Nascente”. Dal crollo delle nascite al futuro della famiglia in Italia e in Europa, il tema è di quelli dirimenti specie visto l’allarme che non da oggi risuona dall’Istat sul problema della natalità (tra 40 anni ci saranno 12 milioni di italiani in meno). «La precarietà è un sistema, cioè significa ritrovarsi a dire non avrò mai la sicurezza per fare delle scelte», ha detto l’Arcivescovo di Bologna considerando quanto sia difficile avere in sé tutte le sicurezze. Ad oggi uno dei problemi maggiori della società moderna, aggiunge il Cardinale, è proprio il nodo dell’individualismo: «maternità e paternità significano rompere l’individualismo, uscire da se stessi».
I dati esposti al medesimo Convegno dal Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo sono inquietanti: «L’anno scorso, 2021, ci sono stati 399mila nati, nei primi sei mesi di quest’anno c’è stato il 3% di nati in meno». Un record di cui andare decisamente non orgogliosi, specificano i relatori: «L’anno scorso 709mila morti (a fronte appunto dei 399mila nati, ndr), ma anche prima del Covid la differenza era comunque 214mila morti in più rispetto ai nati». La domanda è sempre la stessa ed è tutt’altro che banale, come spiega Blangiardo nel suo intervento: «Sono anni che diciamo più o meno le stesse cose. Perché non si fanno i figli?». Costi, comodità di vita interrotte, cure che necessitano e quant’altro: se si continua di questo passo, «presto «verrà meno anche la rete del welfare familiare, di aiuti e assistenza che darà la famiglia è già ridimensionata e lo sarà sempre più». Il Cardinale Zuppi fa anche autocritica come Chiesa sul tema della natalità: «Abbiamo fatto, abbiamo detto, insistito, ma non ha funzionato. E se vogliamo che funzioni, dobbiamo capire cosa non è andata». Eppure occorre recuperare e riscoprire «la bellezza di essere genitori», conclude il Presidente dei vescovi italiani.
DA ZUPPI A BLANGIARDO: IL CROLLO DELLE NASCITE (E COME USCIRNE)
Il risultato del tema natalità guardando l’orizzonte dell’evoluzione nei prossimi anni è spiazzante: sottolinea Blangiardo al convegno subito dopo l’intervento del Cardinal Matteo Maria Zuppi, «In quattro decenni spariranno 12 milioni d’italiani. Una situazione direi… problematica». Per capire come raddrizzare la situazione occorre ben più di un convegno per capirlo e per attuarlo, ma dall’Istat un suggerimento proviene: «Passiamo da “Vuoi fare figli, sono fatti tuoi” a “Li vuoi e sono fatti nostri», come a dire «facciamoci carico dell’investimento in capitale umano, perché, per esempio, le pensioni di chi non ha figli le pagheranno i figli di quelli che li hanno». Come poi ha ribadito anche Francesco Bonini, rettore della LUMSA, «la natalità non è ancora stata presa adeguatamente in carico dalla società e dal mondo politico mentre l’esperienza genitoriale andrebbe sempre più valorizzata nella società. E non unicamente solo con aiuti economici, che pure sono necessari e preziosi, ma anche con segni a livello culturale».
A seguire, l’economista Leonardo Becchetti – come riporta L’Avvenire nel presentare ampi stralci del convegno alla LUMSA – segnala il paradosso dei figli di cui il mondo di oggi vive costantemente: «quando nascono riducono la soddisfazione del tempo libero dei genitori, ma nel tempo aumentano la ricchezza del senso di vita dei genitori». I figli sono una ricchezza, conclude l’economista, eppure l’investimento su di loro è faticoso: «E questo ci dà già elementi importanti sui quali lavorare, come aiutare la conciliazione fra vita di relazioni e vita di lavoro». Il coordinatore della Rete per la Giornata della Vita Nascente, Andrea Mazzi, lancia il messaggio finale: «l’incontro è dedicato ai giovani, è proprio con loro che occorre mettersi in dialogo, sono i protagonisti rispetto alla scelta di accogliere nuove vite. Le analisi di questi anni mostra da parte loro il desiderio appunto di accogliere vite, ma allo stesso tempo anche un calo in questo senso».