LA MISSIONE DI PACE DEL CARD. ZUPPI IN UCRAINA: “PACE SENZA GIUSTIZIA NON DURA”
«La pace senza giustizia non durerebbe, sarebbe pericolosa. E la giustizia senza pace sarebbe ingiustizia. Bisogna fare di tutto perché pace e giustizia tornino in Ucraina»: così il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, intervenuto al palco di Rep Idee lo scorso weekend, di ritorno dalla missione di pace iniziata a Kiev. Il tema della pace voluta con forza da Papa Francesco è legata a doppio filo alla questione della giustizia: serve una “pace giusta”, questo è stato il “mandato” del Vaticano all’inviato cardinale Zuppi.
«Ci dobbiamo credere. Credo che i primi a volere la pace siano gli ucraini e i loro soldati che rischiano. Il nodo è pace e giustizia. Non ci può essere l’una senza l’altra. Dunque bisogna fare di tutto perché pace e giustizia tornino in Ucraina», spiega ancora il Card. Zuppi al vicedirettore di Repubblica Carlo Bonini. Zuppi ha già sottolineato di recente che la missione di pace non deve essere una mera “mediazione”, bensì una «una dimostrazione di interesse, vicinanza». La vera lettura non è tanto la “mediaticità” di una missione di pace che pone la Chiesa come “protagonista”, ammette Zupppi, «Non era nella mens di Bergoglio. La vera lettura è che il Papa non si arrende alla guerra, non accetta la logica che la guerra porta sempre in sé della progressione geometrica della violenza. Ormai alcuni mesi fa Kissinger disse che bisognava avviare almeno un dialogo esplorativo affinché non ci sia soltanto un piano inclinato in questo conflitto. Cosa sia il resto va esplorato con l’ascolto. Non c’è un artificio diplomatico che dice e non dice, in questo caso è molto chiaro: favorire il più possibile la pace, dire cosa serve per arrivarci».
ZUPPI (PRESIDENTE CEI) CONTRO L’UTERO IN AFFITTO: “ESSERE CONTRO NON È MEDIOEVO”
Nella lettera scritta da Papa Francesco e consegnata dal cardinale Zuppi al Presidente Zelensky è comunicata tutta la volontà del Santo Padre di rimanere vicino alla sofferenza dell’Ucraina, «mostrare tutto l’interesse perché si possa mettere fine a questa tragedia che è immane, se solo si pensa agli effetti dell’inondazione causata dalla distruzione della diga». Zuppi racconta di essere andato a Kiev con lo spirito di chi dice «Guardate che siamo con voi e insieme, per come possiamo, vi aiuteremo a trovare pace e giustizia». Di contro Kiev chiede alla Chiesa lo sforzo umanitario e l’intento di coinvolgere la comunità internazionale nella pace: «C’è un aspetto che riguarda più la Chiesa, ed è quello umanitario. È un grande spazio che ha un’importanza immediata perché purtroppo la guerra significa sofferenze terribili […] Lo spazio umanitario sarà senz’altro quello più importante, con tutte le varie ed eventuali che questo può significare. E qui devo essere vago».
Ma la missione di pace non è certo finita con il viaggio a Kiev, si profila all’orizzonte il delicatissimo viaggio verso la Russia: «Il cardinale Parolin parlerà con il Papa per riferire sulla missione a Kiev e poi studiare il viaggio a Mosca», ha sottolineato ancora l’arcivescovo di Bologna a “Rep Idee”. Non sarà facile anche perché le posizioni di Russia e Ucraina sono nettamente divergenti: «Per Mosca le due province del Donbass fanno parte della Russia. L’Ucraina rivendica l’integrità territoriale», rileva Zuppi che poi aggiunge, «Non possiamo che augurarci che i contenziosi si risolvano non con le armi, ma con tutti quegli strumenti che purtroppo non sono stati sufficienti per evitare e risolvere il conflitto. Per questo ammiro la decisione di Papa Francesco di verificare, in senso molto esplorativo, di fare di tutto perché non muoia più nessuno. Il rischio del nucleare deve farci paura, i nostri genitori l’avevano chiaro alla fine della Seconda guerra mondiale. Dopo tutti questi anni è folle accettare che ci possa essere il ricorso al nucleare». La chiosa è legata ai temi della politica nostrana e in particolare alle sempre più crescenti istanze all’interno della sinistra sul fronte della maternità surrogata: «Sull’utero in affitto non penso sia Medioevo, non trovo niente di moderno nel comprare un figlio. Mi piace la chiarezza, non i toni agonistici. Le coppie omosessuali? Ci sono tanti modi per aiutarle».