COME È ANDATO L’INCONTRO FRA ZUPPI E BIDEN A WASHINGTON

È durato circa due ore l’incontro alla Casa Bianca tra il cardinale Matteo Maria Zuppi e il Presidente Usa Joe Biden, evento centrale della terza tappa della missione di pace voluta da Papa Francesco per trovare un canale di dialogo internazionale fra Ucraina e Russia. La durata del vertice dice molto dei contenuti – rimasti top secret dal Vaticano, con qualche anticipazione per la Casa Bianca – affrontati e della delicatezza del momento, con gli Usa pronti a inviare le proprie bombe a grappolo all’esercito di Kiev.



«Il Presidente Biden ha espresso i suoi auguri per il continuo ministero di Papa Francesco e per la sua leadership globale e ha accolto con favore la recente nomina a cardinale di un arcivescovo statunitense (Robert Francis Prevost, Prefetto del Dicastero per il Clero, ndr)», si legge nel comunicato della Casa Bianca successivo all’incontro a Washington tra Zuppi e Biden. I due hanno poi anche discusso «dell’impegno della Santa Sede nel fornire aiuti umanitari per affrontare le diffuse sofferenze causate dalla continua aggressione della Russia in Ucraina, nonché del sostegno del Vaticano per il ritorno dei bambini ucraini deportati con la forza».



LA MISSIONE DI PACE DEL CARDINALE ZUPPI PROSEGUE

Il viaggio negli Usa del Presidente della CEI cardinale Zuppi prosegue oggi con gli ultimi incontri diplomatici prima dell’aereo di ritorno verso il Vaticano, dove poi il prelato relazionerà il tutto a Papa Francesco (come già avvenuto dopo le tappe a Kiev del 5-6 giugno e a Mosca del 28-29 giugno). Gli aspetti umanitari sono rimasti al centro del colloquio in quanto per la Santa Sede restano cruciali sia per l’emergenza del momento e sia per provare a costruire su quelli un delicato ma consistente “filo” di dialogo fra le potenze in guerra.



La crisi del grano e gli armamenti, sebbene non citati dalle ricostruzioni oggi, saranno stati affrontati sicuramente da Zuppi che ha chiesto fermamente di poter incontrare il Presidente Usa per provare a instaurare un dialogo diretto fra Santa Sede e Washington. Dopo Ucraina, Russia e Usa la missione di pace “orchestrata” dai canali diplomatici vaticani potrebbe non essere l’ultima tappa: da più parti Oltretevere si parla con insistenza dell’opportunità di un prossimo viaggio in Cina, ritenuta da Papa Francesco un elemento chiave per provare una “moral suasion” con Mosca. «Dialogare, ascoltare ed essere ascoltato», questo è quanto racconta il nunzio apostolico a Washington, Christophe Pierre (anche lui prossimo cardinale nominato dal Papa nel Concistoro del 30 settembre), parlando con RaiNews24, poche ore prima del bilaterale alla Casa Bianca tra Zuppi e il presidente degli Stati Uniti. L’intenzione della Chiesa è quella di non concludere qui il canale di relazioni volte a impostare un potenziale negoziato: e se fosse appunto Pechino il prossimo luogo dove l’inviato di Papa Francesco possa tornare a “dialogare, ascoltare ed essere ascoltato”?