CARD. ZUPPI: “PAPA FRANCESCO CORAGGIOSO PER LA PACE”
La proposta di Papa Francesco alla Russia per il omento non ha trovato “seguito” al Cremlino, eppure quella strada resta forse l’unica per arrivare alla pace: ne è convinto l’arcivescovo di Bologna, Card. Matteo Zuppi, intervistato dallo stesso quotidiano dove era originato l’appello del Santo Padre al Presidente russo (il “Corriere della Sera”).
«Il Papa ha avuto un grande coraggio nel dire “sono pronto ad andare a Mosca a parlare con Putin”», spiega il vescovo bolognese, consapevole che vi è purtroppo ancora una distanza enorme tra Vaticano e Russia (come dimostrato ieri dalle fredde risposte a Francesco del Patriarcato di Mosca e del portavoce di Putin). «Quando, con Sant’Egidio, cominciammo le trattative per porre fine alla guerra civile in Mozambico, ogni volta all’altra parte sembrava un tradimento. Parli con la Renamo, la resistenza, e sei complice. Parli col governo, e sei complice», riflette ancora il Card. Zuppi. La via della pace è l’unica possibile, anche perché l’alternativa resta sempre e solo la guerra: «Perché la pace? Altrimenti l’unica soluzione è quella della guerra, il riarmo. Ma è una soluzione terribile, imprevedibile, sciagurata. Da evitare in tutti i modi. La guerra diventa un piano inclinato, e si riproduce. Rischia di coinvolgere potenze nucleari. Tutto per arrivare a una eventuale vittoria. Qual è il prezzo?».
“DAL MOZAMBICO ALL’UCRAINA, SERVE LA PACE”: PARLA L’ARCIVESCOVO DI BOLOGNA
A chi accusa il Papa di essere “equidistante” da Ucraina e Russia, dunque colpevole di “complicità” con il Cremlino, il Cardinal Zuppi replica «La via del dialogo, la convinzione comune di fermare questo massacro. Poi ci saranno tanti modi per ricostruire quello che la guerra ha creato. Il Papa ha parlato con chiarezza, come dev’essere tra fratelli».
Lo sforzo per la pace deve essere teso a tutti, a cominciare dall’Occidente (pur riconoscendo nettamente, come fa il Papa, chi è il vero aggredito e chi l’aggressore): «Tutti, a cominciare dalle Nazioni Unite. Una nuova conferenza internazionale per la pace e la sicurezza che l’Europa può ancora promuovere è una delle strade. Dobbiamo aiutare ad aggiustare quello che era già rotto e ora si è frantumato. La tentazione di vincere è perversa». Come avvenuto nel passato con il Mozambico, che ha visto l’arcivescovo di Bologna in primissima fila con la Comunità di Sant’Egidio, il problema della guerra in Ucraina deve essere risolto al più presto per evitare altre “inutili stragi”: «Il riarmo è la cosa peggiore che si possa fare. Cerchiamo di trovare tutto ciò che può avvicinare le posizioni, di cominciare a discutere delle soluzioni possibili. Se si guarda bene, in queste settimane di guerra c’è sempre stato il filo della consapevolezza che bisogna parlare. C’è stato anche nei momenti peggiori. Bisogna lavorare su questo, potenziarlo, coinvolgere tanti». Il “porgere l’altra guancia” di stampo cristiano viene “aggiornato” dal Cardinal Zuppi nel dialogo con il nemico: «in Mozambico finì che al tavolo ci siamo guardati negli occhi. I nemici sono diventati avversari politici, umani». Tra Putin e Zelensky potrà davvero mai finire così? Il Papa ci crede e lo invoca ormai stabilmente.