In una lunga intervista su Repubblica parla il sociologo Andrzej Zybertowicz, 66enne e consigliere dell’attuale capo di Stato della Polonia, Andrzej Duda: lo fa a poche settimane dal voto polacco ma parla soprattutto perché intende incontrare il giornale “più lontano dalle mie idee” come è Rep, decisamente critica nei confronti della politica nazionalista della Polonia. Ex marxista, oggi tra i principali teorici del sovranismo polacco che così tanto viene avversato dai media di sinistra in tutta Europa: Zybertowicz sostiene che l’epoca di oggi, tra crisi politiche, economiche e ora sanitarie, non fanno che celebrare il funerale dell’illuminismo. «Il problema è nella premessa degli illuministi», spiega il saggista e sociologo al giornalista Wlodek Goldkorn: «grazie alla ragione e alla scienza, l’umanità sarebbe in grado di fare sì che nel mondo regni il bene, perché la ragione e la scienza, appunto, sono gli strumenti adatti per conoscere i veri bisogni degli uomini. È questa in estrema sintesi la versione dei Lumi cara alla sinistra e ai liberali. Ma la scienza non è neutrale, e non lo è neanche la ragione».
Illuministi finiti, ora è il tempo dei sovranisti, o come meglio dice Zybertowicz, «dei patrioti culturali non etnici». Secondo l’intellettuale consigliere di Duda serve una moratoria sull’accelerazione della tecnologia: «Oggi la propaganda filo business dice: il mondo ci sfugge e quindi dobbiamo accelerare lo sviluppo della tecnica. E invece siamo come una persona che guida un’automobile su una strada piena di curve, verso un mondo promesso. Il motore (la rivoluzione digitale e il mercato) è potente ma lo sterzo e i freni sono debolissimi. Ma allora prima di tutto dobbiamo dotarci di un buono sterzo e ottimi freni. Per farlo occorre fermare l’automobile».
LA FAMIGLIA E L’IDENTITÀ
Ma questo “fermare il mondo”, come può avvenire nel concreto? «Per restituire questa sicurezza dobbiamo conservare gli elementi d’identità che danno il senso di appartenenza collettiva. Erano premature le tesi marxiste sull’estinzione dello Stato e sono ugualmente precoci le tesi sulla urgenza di cosmopolitismo. Privata dell’identità, la gente reagisce con violenza». Alla sicurezza contribuiscono diversi elementi, centrale per Zybertowicz è la famiglia costruita sul matrimonio tra uomo e donna: «Un’unione di persone dello stesso sesso può svolgere alcune importanti funzioni familiari, ma non dovrebbe essere equiparata al matrimonio. Solo una relazione tra una donna e un uomo può dare nuova vita e spesso viene creata proprio per intraprendere insieme il compito di concepire e crescere i bambini». Essendo ancora più diretto, il sociologo dichiara «Gli omosessuali non partoriscono figli. E non generare figli è una minaccia alla specie umana. Il mio atteggiamento nei confronti delle persone non eteronormate è il seguente: divieto di pratica discriminatoria, ma niente promozione della loro cultura».
Un concetto fondamentale da spiegare anche nelle scuole, per evitare che passi il “messaggio opposto”: «Spiegare ai bambini a scuola: “non è detto che la coppia padre madre debba essere un maschio e una femmina”; oppure: “se non ti va bene essere quello che sei puoi sperimentare altre forme di sessualità e forse ti realizzi meglio se cambi sesso”» per l’intellettuale polacco quella è una forma di «fondamentalismo dei diritti umani che destabilizza la famiglia eterosessuale in quanto fondamento della società. E se le persone non troveranno più l’appoggio nella famiglia finiranno preda delle multinazionali o dei demagoghi. Senza la famiglia non ci può opporre ai poteri autocratici e forti». Chiosa finale sul ruolo della Chiesa e il rapporto stretto con lo Stato in Polonia: «Molte persone in Polonia criticano lo stretto legame fra chiesa e potere, le invocazioni pubbliche di Madonna Regina della Polonia…», attacca il giornalista di Repubblica, “fulminato” dalla risposta di Zybertowicz «Lo dicono persone prive di sensibilità religiosa. Non è un delitto. Ma non ci si può fare beffe, come fanno molti fra i suoi amici, di chi ha una fede profonda».